di Marianna Meffe
Tra i diritti umani fondamentali riconosciuti dalla Dichiarazione Universale ricordiamo tutti il diritto alla vita, alla libertà individuale e religiosa, al voto, di recente anche alla privacy.
Visti gli avvenimenti recenti, però, non possiamo fare a meno di pensare a un altro diritto, ancora poco discusso, ma che diventerà di importanza centrale: il diritto all’energia.
Già, perché con la carenze energetiche che affronteranno molti dei paesi europei importatori di gas dalla Russia (Italia compresa), avere accesso all’energia necessaria alla vita sarà sempre più difficile e costoso.
E nella società odierna l’accesso all’energia elettrica comprende tutta una serie di altri benefici non proprio secondari: cura della propria igiene, cucina, comunicazione con l’esterno.
Insomma, non proprio un optional.
Ritorna alla ribalta, quindi, il termine povertà energetica, finora relegato agli strati più poveri della popolazione: si deve essere davvero alla canna del gas per non potersi permettere neppure la luce elettrica in casa, no?
No, non è così facile e neppure così assurdo precipitare in una situazione nella quale permettersi un adeguato riscaldamento, raffreddamento, illuminazione nella propria abitazione diventi un lusso.
Anche perché molto spesso la povertà energetica non consiste neppure nel non avere del tutto accesso a una fornitura di elettricità, ma nel sostenere costi esagerati in confronto alle proprie possibilità economiche.
È il caso per esempio di quelle case costruite con standard edilizi infimi che, a causa degli sprechi e degli elevati consumi richiesti, portano proprio le famiglie più povere che vi vivono a pagare di più.
Inoltre, la povertà energetica ha anche conseguenze sanitarie sulla vita delle persone e agire su questo fenomeno permetterebbe di ridurre i costi medici e sociali associati al sostentamento di queste famiglie.
Per questo l’accesso a un’energia sostenibile è stata inserita tra gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
La guerra adesso mette a rischio i progressi fatti finora: se si stima che siano circa 50 milioni le persone in povertà energetica in Europa, questo numero può ora solo aumentare.