Alla ricerca di uno stile di vita sostenibile contro lo stress da lavoro che il Molise potrebbe esportare come modello permanente
di Giusy Spadanuda
Slow Living – o Vita Lenta – è quello stile di vita che vuole riappropriarsi dei tempi giusti per vivere ognuno secondo i propri ritmi naturali. Un buon pranzo con gli amici, una passeggiata in montagna, un pomeriggio in fattoria, una lettura in spiaggia, negli ultimi anni il vivere lentamente sta iniziando a farsi strada come buona pratica tra chi invece è costretto per la maggior parte del tempo a trascorrere le giornate a suon di clacson nel traffico. In un mondo frenetico, di corsa, costruito ormai sempre più sul guadagno spasmodico del tempo, tempo scandito in pause pranzo, in ore passate in auto per raggiungere l’ufficio, in attesa in fila in banca e al supermercato e sempre meno attento al benessere, la vera mancanza di tempo è il non averne di libero.
Mantenere una vita sana e lenta diventa essenziale per uscirne dalla routine che a lungo andare, specie nelle grandi città, può portare ad un’alienazione psicologica e ad un esaurimento delle capacità psico-fisiche. Dal 2019 la sindrome da burnout o esaurimento da lavoro è stata ufficialmente riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nella classifica internazionale delle malattie come fenomeno ostativo dello stato di salute. Le stime peggiori del fenomeno si sono registrate nel periodo immediatamente successivo al Covid: pare che 6 su 10 lavoratori abbiano sperimentato almeno una volta la sindrome da stress da lavoro nel 2022, complici la pandemia, il calo occupazionale e le conseguenti difficoltà economiche.
Lo Slow Living assume quindi la connotazione di una risposta fisiologica ad un eccessivo stato di stress e permette di catalizzare l’attenzione anche su altri problemi come i danni ambientali e sociali che, per colpa della frenesia della vita moderna, il più delle volte tendiamo a sottovalutare. Poco importa quale sia il mezzo di trasporto che usiamo per raggiungere il lavoro, l’importante è arrivare in tempo, ma molte volte questo coincide con lo scegliere l’auto anziché il bus, moltiplicando i livelli di inquinamento e aumentando i livelli di stress. Maturare scelte più coscienziose porta dunque a propendere verso un miglior rapporto con la natura e con il cibo, bisogna solo decidere dove e come trascorrere il proprio tempo.
In particolare il Molise dello Slow Living pare ne abbia fatto un dogma e, se fino a un po’ di anni questo aspetto veniva considerato come una mancanza di concorrenzialità della nostra regione, oggi ne rappresenta sicuramente un vanto. Territorio, cibo e storia, tutto quello che basta per offrire un’esperienza di vita lenta a chi fugge dalle caotiche città e che il Molise deve continuare a sviluppare in un’ottica di ingrandimento del turismo sostenibile.
L’occasione per staccare la spina e prendersi una pausa è quanto mai vicina con le Giornate FAI di Primavera, il 25 e 26 marzo, che quest’anno ritornano con oltre 750 aperture di siti d’interesse culturale, storico e paessaggistico. In Molise saranno infatti aperti al pubblico in queste due giornate il Borgo degli Angioini con la Torre a Colletorto, il Polo Ecomuseale e il Borgo a Macchia Valfortore.