Greta Gerwig e le sue “Piccole Donne”

La regista acclamata dopo il successo di Lady Bird dirige la sua opera seconda

Forse il racconto che ha avuto più adattamenti nel corso della storia del cinema. Piccole Donne si prepara a tornare al cinema per la settima volta. Il racconto della nascita del famoso libro che ha venduto milioni di copie nel mondo, e che ancora oggi è più attuale che mai, ha una creatrice d’eccezione. L’attrice americana di origine tedesca Greta Gerwig, dopo essersi forgiata con la sua acclamata opera prima Lady Bird, coglie questa opportunità per costruire un film dolcemente soave con un cast d’eccezione. Già dal lontano 2013, la statunitense si era interessata nella direzione di questa nuova trasposizione prima di lasciar spazio alla sua opera prima. Nel 2016, con i lavori di Lady Bird ormai conclusi, Greta Gerwig è tornata nuovamente alla carica ottenendo sia la regia sia la possibilità di scriverne personalmente l’adattamento. Per questa settima trasposizione della storia delle sorelle più famose della letteratura, si è affidata nuovamente al talento di Saoirse Ronan (già diretta precedentemente in Lady Bird). La giovane attrice irlandese dai capelli d’orati interpreta Jo March, una delle protagoniste nonché autrice del romanzo. A supportare la candidata all’Oscar, ci sono l’ex star della saga di Harry Potter, Emma Watson, la britannica Florence Pugh e l’australiana Eliza Scanlen (forte del successo della serie Sharp Objects e del film Babyteeth presentato a Venezia). Anche la presenza maschile è molto prestante, a fare da chioccia al cast femminile fin qui citato c’è uno degli attori più giovani e popolari del momento, quel Timotheé Chalamet che presto vedremo anche nel nuovo adattamento di Dune diretto da Denis Villeneuve. A completare il cast ci sono i veterani Laura Dern e Bob Odenkirk, interpreti dei genitori delle sorelle March, oltre a Louis Garrel e la sempre verde Meryl Streep.

Nel riscrivere questa storia, Greta Gerwig sceglie uno stile completamente diverso rispetto al passato. Se i precedenti adattamenti si focalizzavano sulla giovane età delle ragazze e sul loro rapporto all’interno del contesto famigliare, l’autrice sceglie di andare ben oltre, basando la sceneggiatura sul periodo adolescenziale nel quale tutte le protagoniste non vivono più insieme. A causa di un problema sopraggiunto ad una delle sorelle, tutte saranno costrette a tornare al loro “nido” dove esse rivedranno in parte i ricordi del passato e dove sono pronte ad affrontare ulteriori tappe della loro crescita. I flashback temporali inseriti dalla regista all’interno della pellicola, sono però difficilmente identificabili e ciò crea una forte confusione nella mente dello spettatore che non riesce a comprendere bene in quale periodo temporale siano ambientate le scene. Un difetto tecnico che non incide nella dolcezza che trasmette il film mentre lo si guarda. Le capacità recitative del cast concedono a quest’opera quasi un sapore mielato unico e raro. Non mancano frecciatine al mondo maschile che si ripercuotono anche sull’attualità. Il lavoro di Greta Gerwig, seppur tecnicamente pecca in varie situazioni, rende comunque questa trasposizione di “Piccole Donne” piacevole, quasi angelica.

Già con Lady Bird la cineasta di origine centroeuropea ha saputo ritagliarsi uno spazio tra i grandi registi del momento. Greta Gerwig sembra non volersi distaccare da questa cerchia regalandoci un’opera seconda di ottime prerogative, capace di trasmettere moltissime emozioni e sensazioni al pubblico che deciderà di vederlo.

La stagione dei premi si è aperta con i Golden Globes 2020. Piccole Donne ha avuto due nomination nelle categorie miglior attrice in un film drammatico per Saoirse Ronan e miglior colonna sonora originale. Pur non avendo vinto nessuna delle due, Piccole Donne è destinato a ritagliarsi un ruolo importante nel corso della prize season.

STEFANO BERARDO