Gravina alla Regione, il centrodestra insorge: «Dimissioni e parola ai cittadini. Noi unica opposizione e Pd in maggioranza»
L’affondo dei capigruppo Colagiovanni (PpI), Tramontano (Lega), Esposito (Fi), Annuario (FdI) e Passarelli (Misto) al primo cittadino del M5S che guiderà il centrosinistra: «Se non fosse eletto presidente, resterà a Palazzo D’Aimmo a 12mila euro al mese per cinque anni o tornerà ad onorare l’incarico di sindaco per quest’ultimo anno?»
«Il centrodestra da ora sarà l’unica opposizione al Comune di Campobasso, ci aspettiamo che il Pd passi in maggioranza e, di conseguenza, dovrà essere rivista la composizione di tutte le commissioni consiliari. La scelta di Gravina (di candidarsi con il centrosinistra alla presidenza della Regione) non coglie di sorpresa noi, ma la città che merita rispetto. L’unica soluzione è che si dimetta e si ridia la parola a cittadini». I capigruppo Salvatore Colagiovanni (Popolari per l’Italia, «sono stato un veggente in tempi non sospetti e la decisione del sindaco non mi sorprende», ricorda), Alberto Tramontano (Lega), Domenico Esposito (Forza Italia), Mario Annuario (Fratelli d’Italia) e Pina Passarelli (gruppo Misto) stroncano politicamente, e senza mezzi termini, la candidatura del sindaco del capoluogo di regione, espressione del M5S, alla presidenza della giunta regionale in quota centrosinistra.
«Noi non siamo candidati alle regionali», chiarisce Esposito, ma «con questa operazione – aggiunge – il M5S abbandona tutti i suoi presupposti fondanti, a partire dall’assunto che la politica non è una professione, ma in realtà lo è. Laddove non venisse eletto presidente della Regione, ma soltanto consigliere e, di certo, non si è candidato per quello, la domanda è: Gravina resterà a Palazzo D’Aimmo a 12mila euro al mese per cinque anni – attacca il capogruppo forzista – o tornerà ad onorare l’incarico di sindaco per quest’ultimo anno?».
A parti invertite, «il M5S l’avrebbe buttata in caciara, invece oggi è tutto normale. Lui vuol far credere che l’imposizione sia arrivata “dall’alto”, ossia da Giuseppe Conte». Dunque, «il sindaco di Campobasso farà campagna elettorale dal balcone dei Misteri con il suo capo politico e la Schlein al fianco? E poi, ci saranno altri assessori che si candideranno e Gravina ha già parlato con Greco di sanità sapendo che il capogruppo in Regione ha seguito puntualmente tutte le questioni?», chiosa Esposito.
Domande che, di riffa o di raffa, potrebbero trovare una risposta nelle prossime settimane, ma «la conferenza di oggi non ha alcuna strumentalità – precisa Tramontano, ma l’unica strada per Gravina sono le dimissioni che, di per sé, sono un fatto politicamente grave considerando che, il Comune ha il bilancio approvato e i conti in ordine. Per cui, l’unica soluzione – conclude il capogruppo leghista – è ridare la parola ai cittadini di Campobasso».
Gravina «ha auspicato una correttezza intellettuale in campagna elettorale – aggiunge Annuario –. Se è così, il primo a doverla dimostrare dovrebbe essere proprio lui: non può fare campagna elettorale usando il capoluogo di regione». In soldoni, «questa amministrazione per la città di Campobasso non ha portato a termine nulla».
In ultimo, ma non certo da ultimo per i loro trascorsi in maggioranza, Passarelli prima («durante il percorso non hanno cambiato nulla adeguandosi alle stesse dinamiche che avevano annunciato di contrastare») ed Antonio Venditti (ora in Forza Italia) poi, ammettono che «la decisione di Gravina è il consolidamento del concetto di incoerenza che, ad un certo punto della vita amministrativa di questo Comune, ci ha allontanato da quel modo di fare». (adimo)





