Gravina a “1/2 mezz’ora in più”. «Chiamati a dare risposte ai cittadini»
Tra i temi la questione delle Sardine, la paura e l’odio, il “caso Segre” e il futuro della proposta politica
Anche Campobasso e il sindaco Roberto Gravina a “1/2 mezz’ora in più”, il programma di Lucia Annunziata. In studio Gravina, il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, Matteo Ricci sindaco di Pesaro (Pd), Stefano Locatelli sindaco di Chiudono (Lega), Ilaria Caprioglio sindaco indipendente di Savona, Pizzarotti di Italia in Comune, Giuseppe Falcomatà del Pd e il sindaco di Forza Italia di Valdengo di Biella Pella. Si tratta di alcuni dei 600 amministratori che sono stati protagonisti a Milano come scorta a Liliasa Segre. Sotto la lente il punto del fenomeno delle Sardine, dell’alimentazione di una campagna di odio e di paura che poi diventa fascismo. Sotto la lente il ruolo degli amministratori locali. «La politica si deve riappropriare dei fatti – ha affermato Gravina – le persone sono sensibili alle difficoltà economiche, a tutti quei problemi materiali che possono toccare con mano. Non si può parlare per slogan. Noi siamo gli unici che parlano alle persone direttamente. I problemi vanno risolti altrimenti le persone le trovi sotto il palazzo comunale».
Il rifiuto di quelle forme di odio che si sono sviluppate direttamente nell’ambito politico e della comunicazione legata soprattutto alla politica nazionale, ha fatto da tema conduttore del programma dell’Annunziata e dei ragionamenti prodotti dai sindaci ospiti in studio. Dalla manifestazione di Milano dei 600 sindaci riuniti sotto Anci a fare “da scorta” della senatrice Liliana Segre, alle motivazioni che stanno dietro e a supporto della discesa nelle piazze italiane delle Sardine.
L’odio sui territori che vien poi espresso in Rete, diventa l’esternazione di una difficoltà sociale come anche di un impoverimento di zone della nostra penisola che in passato hanno vissuto lunghi periodi di ricchezza e sviluppo, non a caso i dati in merito indicano le zone del Nord Italia come quelle con un tasso più elevato di odio online.
«Sta cambiando qualcosa in Italia se la gente torna a manifestare in piazza?» ha chiesto la giornalista di Rai 3 a Roberto Gravina. «L’impegno di governo incide inevitabilmente sul consenso e, di volta in volta, tutti i movimenti politici devono fare i conti con quello che la politica produce, per cui noi come amministratori locali vicini alla gente, come sindaci, dobbiamo portare la politica a riappropriarsi dei fatti. – ha dichiarato Gravina – Dobbiamo rispondere ai cittadini non semplicemente con le parole, ma con i fatti e con le soluzioni e un atto come la cittadinanza onoraria data dal Comune di Campobasso e da altri Comuni italiani a Liliana Segre è una risposta concreta a chi ci chiede di costruire il futuro delle nostre comunità rifuggendo ogni forma di odio tutelando la memoria della nostra storia democratica».