Giustizia, la Procura di Campobasso non la batte nessuno in velocità

La Procura della Repubblica più rapida d’Italia è quella di Campobasso, che per indagare ci mette 160 giorni.

È quanto emerge dal dossier sui tempi del processo penale, pubblicato ieri da Il Sole 24 Ore. Il quotidiano ha elaborato i dati raccolti dal Ministero della Giustizia, applicando la formula utilizzata dalla Cepe, la Commissione europea per l’efficienza della giustizia: la durata media viene calcolata dividendo i procedimenti penali pendenti e quelli definitivi e moltiplicandoli per i giorni presi in considerazione. In questo caso, i dati sono riferiti a 181 giorni, il primo semestre del 2018.  Nel distretto della Corte d’Appello di Salerno, che ingloba il tribunale del capoluogo di provincia, quelli di Nocera Inferiore e di Vallo della Lucania, il tempo scorre molto più lentamente che altrove: un cittadino alle prese con la giustizia penale, in media, si ritrova a dover pazientare 635 giorni prima che il giudice emetta una sentenza di primo grado. Tempi che valgono quasi il doppio della media nazionale, fissata a quota 375 giorni: in primo grado, tra i tre tribunali, un processo penale dura tre volte e mezzo un contenzioso instaurato davanti ai giudici del distretto della Corte d’Appello di Trento. Come si evince dal dossier stilato dall’autorevole quotidiano economico, dalle indagini preliminari alla sentenza in Cassazione, in Italia per un processo penale ci vogliono in media quasi 1.600 giorni. Nei distretti di Reggio Calabria, Napoli e Roma si arriva a superare i 2000 giorni. In particolare difficoltà le Corti di appello: i giudizi di secondo grado sono infatti responsabili di quasi la metà dell’intero percorso. È la fotografata scattata dal Sole sulla base dei dati raccolti dal ministero della Giustizia e relativi al primo semestre 2018. In questa situazione entrerà in vigore lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado, fortemente voluto dal ministro della Giustizia e bandiera storica del M5S.