Gianluigi Torzi, tutti i guai del broker termolese finito nelle celle del Vaticano

È la magistratura vaticana che ha arrestato Gianluigi Torzi, il finanziere molisano con base a Londra, uno dei protagonisti della compravendita dell’immobile ex Harrods nel dicembre 2018, da parte della Segreteria di Stato, un affare definito «opaco» dallo stesso segretario di Stato, Pietro Parolin. Il provvedimento, firmato del promotore di Giustizia Gian Piero Milano e del suo aggiunto Alessandro Diddi, è stato emesso in relazione alle vicende collegate all’immobile londinese che hanno coinvolto una rete di società in cui erano presenti anche alcuni funzionari della Segreteria di Stato vaticana.
L’accusa è di estorsione milionaria al Vaticano. Inquietante ipotesi accusatoria che emerge dall’inchiesta della magistratura d’Oltretevere e che ha portato all’arresto di Torzi, nell’ambito delle indagini sull’acquisto del lussuoso palazzo commerciale.
Torzi, ora detenuto nella prigione della Gendarmeria Vaticana, nell’ambito della trattativa per l’acquisto dell’immobile londinese, sarebbe entrato in contatto con la Segreteria di Stato per aiutarla a risolvere l’impasse della partecipazione al fondo Athena di Raffaele Mincione, partecipazione finanziata con i soldi dell’Obolo di San Pietro – destinati ai poveri – e costata alle casse vaticane perdite per svariati milioni di euro. Il broker, secondo l’accusa, si sarebbe ben presto trasformato nell’uomo in grado di tenere in pugno la segreteria di Stato vaticana, fino a portare a compimento una estorsione di 15 milioni.
“Non sono autorizzata a dire nulla in questo momento. Posso solo dire che il mio assistito è stato fermato per fare delle verifiche di carattere istruttorio, quindi è in stato di fermo”. Così ha risposto all’Adnkronos l’avvocato Ambra Giovene, che assiste il broker. “Questo – continua il legale – è quello che mi è stato riferito. Sono necessari degli accertamenti istruttori, sulla base di quelli che sono gli elementi in possesso del Promotore di giustizia del Vaticano. Non ho elementi in più, in questo momento, perché è una cosa che è successa da poco e ho bisogno di parlare con il mio cliente, prima di poter valutare quelli che siano gli elementi utili per una informazione corretta”.
Torzi era finito recentemente sui giornali, oltre che per l’affare del palazzo di Sloane Avenue, anche per un tentativo da salvataggio della Banca Popolare di Bari. Perché, secondo quanto ha raccontato lui stesso alla stampa, sarebbe stato contattato da Vincenzo De Bustis affinché curasse il collocamento di obbligazioni subordinate, operazione poi saltata per mancanza di compratori. Senza infine dimenticare la cronaca molisana che il prossimo autunno vedrà prendere il via al Tribunale di Larino di due processi penali. Imputato, in entrambi, sempre l’imprenditore arrestato dalla Gendarmeria Vaticana. Torzi, com’è noto, era socio dell’ex Presidente della Regione Paolo Frattura all’interno della società che rilevò la proprietà della villa sul lungomare Nord di Termoli per poco più di 300 mila euro, rispetto a un valore di mercato ampiamente superiore.