È iniziato presso il tribunale di Larino, giudice monocratico Federico Scioli, il processo che vede imputati per ricettazione e favoreggiamento il finanziere molisano Gian Luigi Torzi e suo padre, Enrico.
La vicenda risale al 2015 e si riferisce all’asportazione di porte e suppellettili varie dall’abitazione di un’anziana donna che viveva in un piccolo appartamento di pertinenza della villa di proprietà di società facenti capo allo stesso Torzi e all’ex presidente della Regione, Paolo Frattura.
Porte e suppellettili ritrovate poi dalle Forze dell’Ordine nel deposito di un’azienda di Torzi e suo padre. Da qui l’accusa di ricettazione e favoreggiamento. Nella prima udienza è stata ammessa la parte civile, rappresentata dagli avvocati Massimo Romano e Bruno Corsi.