Geometra demansionato: Corte dei Conti condanna ex sindaco
L’ex primo cittadino di Pettoranello del Molise dovrà risarcire con 25mila euro le casse del suo comune
REDAZIONE
ISERNIA
Aveva demansionato e poi esautorato dalle sue responsabilità Massimiliano Toto, geometra comunale, scegliendo di dare all’esterno incarichi tecnici a professionisti incaricati, causando così un danno erariale alle casse del comune.
Per questo motivo, la Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per il Molise ha condannato l’ex sindaco di Pettoranello del Molise, Antonio Paolino, al risarcimento, a vantaggio del Comune, del danno di euro 25mila, comprensivi di rivalutazione monetaria,oltre interessi dalla data di deposito della sentenza e sino all’effettivo pagamento.
La storia comincia nel 1999, quando le elezioni a Pettoranello furono vinte dalla compagine capeggiata da Antonio Paolino. All’epoca dirigente dell’ufficio tecnico del Comune era il geometra Massimiliano Toto e, come riferisce la procura della Corte dei Conti: «a seguito del mutamento della compagine amministrativa occorso nel ’99, Massimiliano Toto, assunto con concorso pubblico come geometra part-time dal gennaio ’91, nella VI qualifica funzionale e successivamente inquadrato nel VII livello, sarebbe stato progressivamente esautorato
dai compiti e responsabilità dirigenziali in precedenza riconosciutigli, dapprima attribuiti al Segretario comunale e successivamente a soggetti esterni, con conseguente ablazione delle correlate retribuzioni di posizione e di risultato e con assoggettamento funzionale a dette nuove figure apicali dell’area tecnica. In particolare, prima del completamento di un ulteriore concorso pubblico vinto da diverso soggetto, il Comune avrebbe affidato, ai fini della copertura della posizione di responsabile dell’Area tecnica, gli incarichi all’ingegnere Maurizio De Vincenzi, all’ingegnere Armando Milano, all’architetto Michelino D’Ambrosio e all’ingegnere Francesco Lancini.
La procura ha evidenziato che le suddette delibere di Giunta sarebbero state adottate su proposta del Sindaco e senza il parere di regolarità tecnica del responsabile del servizio (ovvero il segretario comunale; ad eccezione del parere reso dall’incaricando Armando Milano relativamente alla delibere di Giunta n. 72/2002 e 85/2003), e che sarebbero state portate ad esecuzione con convenzione di affidamento di incarico esterno sottoscritte per il Comune dal Sindaco Paolino. Quanto poi alla revoca del geometra Toto dalla posizione di Responsabile dell’Ufficio Tecnico, con decreto sindacale n. 1792 del 23 giugno 2000, la Procura ha evidenziato che essa era stata preceduta dalla delibera consiliare n. 23 del 18 luglio ’99, “di conferimento dell’incarico esterno, di durata annuale, di Responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale, poi affidato all’ingegnere Maurizio De Vincenzi, e di approvazione della relativa convenzione”, motivata con la asserita situazione deficitaria dell’Ufficio (ritardi nei tempi di risposta, anche in ragione del rapporto a tempo parziale del responsabile), ma nel cui dibattito assembleare erano emerse perplessità (con riserva di trasmissione al Co.Re.Co.), da parte di due consiglieri comunali, sia in ordine alla ricorrenza dei presupposti di legge per l’affidamento esterno (il geom. Toto avrebbe avuto, in tesi, i requisiti e le capacità professionali) che avuto riguardo alla conseguente maggiore spesa».
In sostanza un vero e proprio arbitrio perpetrato ai danni del geometra del Comune, costato alle casse dello stessso ente circa 35mila euro di onorari professionali pagati ai tecnici esterni, come sentenziato anche dal tribunale di Isernia che, nel 2012, condannava il Comune di Pettoranello a pagare 35mila euro di mancate indennità di retribuzione e risultato al geometra Toto. Somma poi rateizzata con un accordo tra le parti in tre esercizi finanziari. Ma se la transazione tra le parti sanava l’aspetto del contenzioso penale e civile, restava l’aspetto delle responsabilità contabili per i soldi spesi dal Comune per pagare tecnici esterni, quando c’era un geometra regolarmente assunto e che avrebbe fatto quel lavoro senza ulteriori costi. Per questo la Corte dei Conti del Molise il 24 settembre scorso ha condannato Paolino a risarcire le casse comunali con 25mila euro.