La vendita delle quote societarie del Gemelli è diventato il principale argomento di discussione in Molise. Ci sono in ballo quattrocento posti di lavoro ed una struttura sanitaria che garantisce al Molise servizi altamente specialistici in oncologia e cardiochirurgia. Servizi che hanno salvato non poche vite umane. L’interesse attorno alla questione è quindi elevatissimo. Anche se nulla trapela dalla Fondazione, se non qualche indiscrezione che tra le altre vedrebbe in corsa per l’acquisizione delle quote, le molisane Sanstefar e Neuromed, insieme al gigante lombardo Humanitas. La Sanstefar oltretutto si sarebbe notevolmente rafforzata nella sua compagine societaria con l’ingresso di un facoltoso finanziere italo-svizzero, Stefano Petracca. Intanto la sindacalista Tecla Boccardo attacca Toma dicendo: «Mi sento offesa e indignata, come cittadina e sindacalista, in merito alla vendita delle quote azionarie, che non è la vendita della struttura. Nessuno in questa regione, e il presidente in primis, parla di difesa dei posti di lavoro, nessuno parla di difesa di sanità di qualità. Chiediamo al presidente allora che cosa c’entra l’accreditamento con la vendita delle quote azionarie? Non c’entra nulla. L’accreditamento, dice la Boccardo, produce posti di lavoro, che a loro volta producono servizi ai cittadini per la tutela della salute pubblica».
Intanto c’è fermento anche tra il personale che teme per il suo futuro. Se il Gemelli vuole vendere, significa che vuole andare via dal Molise e allora c’è l’incubo della perdita dei posti di lavoro e di una crisi che la Cattolica ha già vissuto anni fa in Molise. Oggi l’importante è che l’acquirente garantisca i posti di lavoro e l’unico modo per farlo è mantenere l’eccellenza del Gemelli, sia nella didattica, che nella sanità.