Fondi agli enti locali, Fanelli: “Gli aiuti vadano dove davvero mancano i servizi. Invertiamo la rotta”

“Da troppi anni – ha scritto Micaela Fanelli, capogruppo Pd in consiglio regionale – complessi tecnicismi e regole astruse penalizzano il Sud, originando un meccanismo che finisce per erogare maggiori fondi non a quei Comuni che ne hanno davvero necessità, ma a quelli che già spendono in servizi. E, ancora una volta, ci ritroviamo a dover fare i conti con una decisione che crea svantaggi proprio ai nostri Comuni.

In questi due articoli apparsi su ‘Il Mattino’ e che riportano la data del 31 agosto scorso e di oggi, 2 settembre 2020, ce lo ricorda bene Marco Esposito che in passato ho già invitato a relazionare in Molise sulle storture di altre decisioni nazionali.

Ma anche in relazione a questa complessa ripartizione per gli aiuti Covid e relativa al Fondo per l’esercizio delle funzioni degli enti locali, i centri del Molise ne escono fortemente danneggiati.

Il fondo, ripartito sulla base delle mancate entrate che i Comuni hanno avuto a causa del Covid, alla fine non tiene conto dei risparmi che gli enti hanno avuto in questi mesi. Quindi è vero che un Comune che eroga maggiori servizi (come ad esempio il tempo pieno a scuola) ha perso maggiori introiti (il versamento delle quote delle famiglie), ma a fronte di ciò ha anche ottenuto maggiori risparmi. E così, mentre ciò che, a causa del lockdown non si è speso resta in cassa, il riparto andrà ora a coprire solo i mancati incassi senza tener conto di quel ‘tesoretto’ risparmiato che il Comune non ha speso.

Di contro un Comune che eroga meno servizi, a fronte delle entrate mancanti durante la pandemia, ha ottenuto certo minori risparmi e, quindi, si trova già con meno risorse. Ma non tenendo conto di questo aspetto riceverà anche meno fondi.

Insomma, quasi l’immagine di un cane che si morde la coda e di un ingarbugliato meccanismo che genera di fatto profonde differenze tra Nord e Sud.

Basta pensare al divario che esiste tra Comuni come Campobasso e Mantova, estremamente simili per numero di abitanti, ma non per tutto il resto. Accade così che il capoluogo molisano riceva addirittura più di 2milioni 700mila euro di fondi in meno della più fortunata città lombarda.

Stessa cosa succede per Riccia e il Comune di Santo Stefano Ticino che, rispetto al centro del Fortore, guadagna 77mila euro di risorse in più. E così accade per tutti gli altri centri del Molise e, più in generale per il Sud. Nella tabella che vi allego in foto trovate altri singolari esempi che ci riguardano da vicino.

Ancora, quindi, un’ingiustizia che viene continuamente (ri)perpetrata per meccanismi di funzionamento così complessi quanto incomprensibili e che bisogna assolutamente modificare. Ecco perché continuerò a battermi, cercando con approccio costruttivo di incidere sugli indirizzi degli Enti di rappresentanza dei Comuni e con i Ministeri, finché non si riusciranno ad addrizzare quelle storture di un sistema così articolato che di fatto, invece di ridurle, alimenta le disuguaglianze. Continuerò a chiedere, insieme a tanti altri amministratori di tutta Italia, di correggere le distorsioni e assumere criteri capaci di generare un riequilibrio a vantaggio di chi per troppi anni è stato penalizzato dagli stessi criteri di riparto.

Già in passato, come molti di voi ricorderanno, per il riparto del Fondo di Solidarietà Comunale, abbiamo sposato la battaglia portata avanti da oltre 60 Comuni molisani che hanno avuto l’intelligenza e la prontezza di impugnare gli atti. Ma siamo ancora in attesa che venga fissata l’udienza decisiva.

Purtroppo, come già ho detto, i vantaggi per il Nord si annidano in decisioni nazionali complesse e che, sono altrettanto difficili da smontare, soprattutto giuridicamente. Ma è decisamente una battaglia che bisogna continuare per rimuovere le disuguaglianze tra territori e diritti dei cittadini”.