Fnsi e Ordine dei Giornalisti: «Il taglio dei contributi sarebbe di inaudita gravità»
Il sottosegretario Morelli (Lega): «Vanno tutelate le piccole testate che fanno servizio pubblico nei territori»
CAMPOBASSO
REDAZIONE
«Inserire il taglio dei contributi all’editoria nello schema della legge di bilancio, come il sottosegretario Vito Crimi nel corso di una riunione tenutasi al Mef avrebbe annunciato, sarebbe una decisione di inaudita gravità». Ad affermarlo la Federazione nazionale della stampa e il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti, dopo le polemiche locali che hanno investito il portavoce regionale del M5S, Andrea Greco. «La volontà di procedere unilateralmente, senza neanche il confronto preventivo con le parti sociali – affermano Fnsi e Cnog – dimostra che non si tratta di una decisione politica, ma di un atto di ritorsione contro l’informazione e i giornalisti. Non potendo colpire i grandi giornali, il sottosegretario si accanisce contro giornali che sono il punto di riferimento per intere comunità locali e contro piccole cooperative di giornalisti».
«Il disegno – scrivono in una nota, Fnsi e Cnog – è quello di impedire ai cittadini di conoscere per provare a manipolarne orientamenti e consensi attraverso le piattaforme digitali. E’ un modello inaccettabile perché punta a indebolire la democrazia e che come effetto immediato avrà quello di privare dell’informazione intere comunità e distruggere qualche migliaio di posti di lavoro, compreso l’indotto. Un epilogo disastroso frutto di una chiara avversione all’informazione da parte di chi, come il sottosegretario Crimi, nulla ha fatto fino ad oggi, al di là delle parole, per combattere il precariato nel mondo dell’informazione». Intanto da un alleato di governo arrivano dichiarazione contrastanti sulla vicenda che dimostrano un non colpleto allineamento sulla vicenda.
«L’editoria è una grande risorsa per ogni Paese – scrive su Facebook il presidente della commissione Trasporti alla Camera, il leghista Alessandro Morelli – sono da cancellare le storture e i privilegi ma vanno tutelate le piccole grandi testate che hanno sempre fatto informazione di qualità e servizio pubblico nei territori. I giornali locali sono stati la fucina che ha prodotto grandi giornalisti ed editano una mole di informazioni che mai le testate nazionali potrebbero coprire. In più una guerra ta- lebana e quindi irrazionale a giornali storici è un errore che favorisce editori che vedono nella carta stampata non un investimento industriale o culturale ma una mera opportunità di indirizzare le masse. La Lega è sempre stata contro questa logica e ancora una volta ribadiamo: nessuno (neppure gli editori e cooperative locali) intende difendere storture, anzi, incentivare all’innovazione è un obiettivo comune che permette di tutelare migliaia di posti di lavoro. Sono certo che i primi a voler esser coinvolti per lavorare su questo sono proprio piccoli editori e le migliaia di giornalisti che, svolgendo il loro mestiere dalla ‘provincia’, danno un servizio al Paese. Noi siamo con loro”, conclude il sottosegretario Morelli.