Fake news e post-verità, presentato il libro dei docenti Unimol Guido Gili e Giovanni Maddalena

TERMOLI. Un tema attuale che spesso provoca discussioni e dibattiti. E’ quello delle fake news, le notizie false che girano sulla rete e vengono rilanciate dai social network. Si chiama “Chi ha paura della post-verità – effetti collaterali di una parabola culturale” il libro di Guido Gili e Giovanni Maddalena, docenti dell’Università degli Studi del Molise che è stato presentato nel corso di una iniziativa organizzata dalla Commissione Cultura della Diocesi di Termoli – Larino. “Eletta parola dell’anno 2016 dall’Oxford Dictionary, la post-verità è entrata ormai nel linguaggio giornalistico e nel parlare comune. Su che cosa sia, come ci siamo arrivati, quali gli effetti positivi e quelli perversi c’è una grande confusione e un’asfissiante retorica. In un incalzante percorso attraverso concetti filosofici, teorie sociologiche, strategie comunicative e originali interpretazioni di eventi e processi sociali dall’inizio del Novecento fino ad oggi – dal sorgere dei mass media ai social network – questo saggio è una guida per chi vuole capire che cosa sta succedendo nella società e nella cultura occidentale senza moralismi e catastrofismi”. “Il senso del libro – ha affermato il professor Giovanni Maddalena – è quello di far vedere che le fake news di cui si parla tanto hanno una storia e quindi si può spiegare che cosa sono, quando sono nate, come sono sorte senza spaventarsi troppo e si può capire che c’è stata una lunga storia della cultura filosofica sociologica e della comunicazione che ha molto indebolito i concetti di realtà e verità e quindi oggi non bisogna sorprendersi troppo di quello che sta accadendo”. Sotto la lente anche come analizzare e scovare le notizie false. “Questo è il risultato più originale del libro perché si dice che bisogna fare dei corsi di pensiero critico quindi ragionare molto riflettere molto ed è giusto da un certo punto di vista nel libro diciamo che per essere veramente critici non bisogna essere soli perché c’è anche un problema di rete sociale perché quando uno è da solo non può confrontarsi liberamente con una comunità società gruppo e famiglia la debolezza è molto più forte bisogna cominciare a ricostruire prima questi luoghi e poi anche il ragionamento che c’è al loro interno”. Sotto la lente anche il termine post verità “che è un termine con cui si vuole indicare questa cultura dentro la quale viviamo per cui si è indebolito il concetto per cui c’è una realtà e una verità e ci sono narrazioni differenti lo si è fatto per evitare violenze ed autoritarismi ma forse si è andato un po’ troppo in là e questo ha fatto si che vigesse un tipo di mentalità in cui non conti più la verità e quindi siamo dopo la verità”.