L’arrivo della primavera è l’occasione per osservare le antiche tradizioni del territorio, tra le quali è famosissima la festa del patrono di Larino, San Pardo. Essa celebra non solo la riconciliazione dell’uomo con la natura ma anche la famiglia, simboleggiata dai carri ereditati di generazione in generazione. Riconosciuta come una delle più belle d’Italia, attesissima dalla popolazione locale, anche quest’anno inizia la festa unica nel suo genere, caratterizzata dalla sfilata di circa centoventi carri addobbati con centinaia di fiori di carta. Per festeggiare i santi patroni, San Pardo e San Primiano, la “carrese” lunga quasi tre km si ripete instancabilmente dal 25 al 27 maggio, attraversando gran parte del paese e coinvolgendo tutti i cittadini.
La preparazione dei carri, infatti, inizia almeno due mesi prima dell’evento e interessa tutti i membri della famiglia: le donne si occupano degli addobbi e gli uomini della doma di mucche o buoi che dovranno trainare il carro. Stasera il lungo corteo si recherà presso la cappella dedicata al martire larinese San Primiano per poi tornare verso il centro storico, formando una suggestiva scia di luci e fiaccole. Domani 26 maggio, giorno del santo patrono, i carri sfileranno nei vicoli di Larino medievale insieme alle statue dei santi.
L’ultimo giorno si conclude riportando nella sua cappella la statua di San Primiano, preceduta da tutti i carri. Dopo la messa e la tradizionale scampagnata, si tornerà alla Cattedrale per riporre, infine, la statua di San Pardo. Pardo, vescovo di Corinto, decise di andare in esilio a Lucera per scampare alle persecuzioni contro i cristiani. Durante il viaggio giunse Larino, dove si fermò per tre anni per evangelizzare la popolazione locale. Morì il 17 ottobre del 261 e fu sepolto nel tempio di Cerere fino a quando, il 26 maggio del 842, i Larinati scampati all’invasione dei saraceni trovarono il suo sepolcro e, avendo interpretato il ritrovamento come un segno divino, decisero di portare nella loro città le reliquie. Poco prima di entrare nel borgo, tuttavia, i buoi che trasportavano i resti erano sul punto di cedere alla fatica e alla sete.
Il carrista pregò san Pardo affinché lo aiutasse ad arrivare a Larino e il santo, udita la preghiera, fece sgorgare acqua dal terreno consentendo agli animali sfiniti di dissetarsi e ripartire.
Ancora oggi è presente una fontana nel luogo in cui i buoi si erano fermati: si tratta della Fonte di San Pardo, dove ogni anno, prima della carrese, gli animali vengono benedetti dal parroco di Larino. La festa patronale di Larino, così particolare e intensa, attrae ogni anno tantissimi visitatori, curiosi di vedere le migliaia di fiori di carta creati con antica sapienza dalle donne larinesi e diventati uno dei simboli della città molisana.