Escluse dalle procedure di gara dell’ambito territoriale di caccia: 2 aziende molisane sull’orlo del fallimento
Una vicenda per certi versi surreale, quella accaduta in Molise ai tempi del Covid. Una vicenda che rischia di “iscrivere” sulla lunga lista di imprese sparite nel Paese durante la diffusione della pandemia, anche due allevamenti molisani. Forse in pochi sanno che nella nostra regione ci sono due aziende faunistiche molto conosciute. Una a Gambatesa, alleva lepri, e l’altra a Cercemaggiore che invece alleva fagiani (a scopo di ripopolamento e/o reintroduzione nell’habitat naturale). In sostanza riforniscono gli Ambiti territoriali di caccia, che immettono nelle zone frequentate dagli appassionati di caccia la selvaggina per la stagione venatoria. Nell’anno contrassegnato da una pandemia mondiale, le due aziende sono state inspiegabilmente escluse dall’Atc 2 di Termoli (che comunque ha sede a Campobasso) dalle procedure di gara per la fornitura di lepri e fagiani. E ora più di 1.000 lepri e circa 8mila fagiani rischiano l’abbattimento. A fornire gli animali sarà una ditta di Teramo. Alla procedura, infatti, sono state invitate quattro aziende rispettivamente di Abruzzo, Lazio, Puglia e Basilicata. Quelle molisane non solo non sono state invitate, ma nemmeno sapevano che l’Atc 2 avesse avviato le procedure di gara. I due allevamenti si reggono sostanzialmente sulle forniture agli Ambiti territoriali molisani. Ma non perché finora siano stati privilegiati, anzi: del resto il regolamento faunistico raccomanda infatti l’acquisto di prodotti, laddove reperibili, allevati in Molise, per tutta una serie di comprensibili ragioni, partendo dallo stress a cui sarebbe sottoposta la selvaggina se trasportata per lunghi itinerari. Inoltre, è in vigore anche un regolamento regionale “per gli allevamenti e per la detenzione della fauna selvatica”, che all’articolo 5 recita testualmente: «Le Province molisane e gli Ambiti territoriali di caccia della Regione hanno diritto di prelazione sull’acquisto dei capi prodotti negli allevamenti di cui all’articolo 4». Tutto rimasto solo su carta. L’Ambito ha fatto finta di non sapere dell’esistenza delle due imprese molisane e si è rivolto altrove. Da sottolineare inoltre che i due allevamenti rientrano tra quelle categorie produttive che non hanno ricevuto un solo centesimo di contributo per i danni subiti dal Covid. I titolari di entrambe le aziende sono disperati. Un colpo mortale, che nemmeno immaginavano potesse arrivare dalla loro stessa regione. Non si capacitano perché negli anni non hanno avuto mai una contestazione, ma solo complimenti per la genuinità di lepri e fagiani forniti. Gli Ambiti territoriali sono strutture associative senza fini di lucro. La sede di quelli molisani è ubicata in via Sant’Antonio Abate, dove una volta aveva sede la Protezione civile. Si tratta, dunque, di associazioni che hanno molto a che fare con la Regione Molise e, in particolare, con l’assessorato alle Politiche agricole. Sembra davvero molto strano, quasi incomprensibile, che le aziende molisane vengano penalizzate e portate al collasso senza alcuna ragione plausibile. Oppure, la Regione Molise, e in particolare l’assessore Cavaliere, persona assai sensibile e sempre molto attenta alle problematiche del territorio, è all’oscuro di quanto accaduto e certamente porrà subito rimedio poiché le due imprese molisane sono state oltremodo penalizzate e rischiano, in un periodo difficilissimo sotto il punto di vista economico, il tracollo.