Le R.S.U. della Regione hanno scritto una nota al direttore del III Dipartimento e al presidente della Regione per quanto riguarda l’organizzazione del lavoro negli uffici regionali.
“La Delibera di Giunta – scrivono le rappresentanze sindacali – fissando il limite del lavoro agile al 30% del personale della struttura dirigenziale di riferimento e non, invece, al 50% a livello precauzionale è in palese contrasto con la normativa nazionale di riferimento (art. 263 del decreto legge n. 34 del 19 maggio 2020 convertito, con modificazioni, nella Legge n. 77/2020) soprattutto per quanto riguarda “il rientro in sicurezza sui luoghi di lavoro del personale”, in quanto il previsto ritorno alla normalità (lavoro reso in presenza) deve essere garantito con l’esigenza di assicurare la tutela, la sicurezza e la salute dei dipendenti.
Tale contesto illegittimo, è stato, tra l’altro, confermato nella nota Prot. N. 138799/2020 del 09-092020, a firma del Direttore del Servizio Datore di Lavoro competente in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro (D. Lgs.81/08 e successive modificazioni ed integrazioni). Per queste ragioni – scrivono ancora le Rsu – si invita chi di competenza, a predisporre, e, comunque, ad adottare gli opportuni ed auspicabili correttivi alla Deliberazione di Giunta Regionale n. 306 del 28-08-2020, in conformità al disposto normativo di cui all’art.263 del D.L.34/2020, come convertito nella L. n.77/2020.
Infine, si invitano i Dirigenti (Direttori di Dipartimento) e preposti (Direttori di Servizio) ai sensi della normativa sulla sicurezza sul lavoro (D. Lgs. N. 81/08) a verificare se le attività attualmente dislocate siano effettivamente gestibili in tale forma e se il numero delle stesse sia conforme alla Legge (art. 263 cit.)”.