Droga da San Severo fino in Molise, 15 arresti nell’operazione “Green Power”

Il basso Tavoliere della Puglia terra “di crocevia strategico per la vendita di stupefacenti sia verso altri Comuni del foggiano sia verso il Molise e l’Abruzzo”. E’ quanto venuto fuori dall’operazione “Green Power” che all’alba di oggi, 11 ottobre, ha portato i carabinieri all’esecuzione di due distinte ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Foggia, nei confronti, complessivamente, di 15 soggetti indagati a vario titolo per reati in materia di sostanze stupefacenti.

Le indagini hanno consentito di smantellare gruppi criminali operanti sia nell’Alto che nel Basso Tavoliere, riscontrando così anche la ‘fotografia’ delineata nell’ultima relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia sulle fenomenologie illegali presenti attualmente nella provincia dauna. L’indagine ha portato alla scoperta di una sempre maggiore proiezione della rete dello spaccio di droga anche fuori area, in regioni come il Molise che sono vicine geograficamente, ed una capacità delle organizzazioni e dei sodalizi criminali di produrre autonomamente sostanze stupefacenti, da poi inserire nel mercato del narcotraffico, senza quindi necessariamente rivolgersi a fonti di approvvigionamento esterne, in questo caso soprattutto nell’ambito della coltivazione della marijuana, approfittando del microclima particolarmente favorevole della provincia di Foggia.

Sono due i diversi filone di indagine confluiti nella stessa operazione quella che è stata illustrata stamane dal procuratore di Foggia Antonio Laronga.

In particolare, per quanto riguarda le attività nel Basso Tavoliere come si legge sul sito di informazione Foggiatoday.it , i carabinieri del Nucleo Investigativo hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare applicativa del carcere, emessa dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 5 soggetti residenti tutti a Trinitapoli, con un’età compresa tra i 40 e i 65 anni, tutti agricoltori.
Gli investigatori, lo scorso 6 luglio, hanno sequestrato una maxi piantagione di marijuana, tra le più vaste sequestrate negli ultimi anni in provincia di Foggia, situata in agro di Cerignola. Sono state estirpate quasi 5mila piante di marijuana, del peso complessivo di circa una tonnellata e mezzo, con un principio attivo di circa mezzo quintale, da cui era possibile ricavare quasi 2.000.000 di dosi medie giornaliere, che avrebbero poi fruttato alla criminalità, sul mercato del narcotraffico, almeno 10 milioni di euro.
Invece, con l’operazione svolta nell’Alto Tavoliere, i carabinieri della compagnia di San Severo hanno smantellato una rete di spacciatori di cocaina, hashish e marijuana, dando esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 10 soggetti di Serracapriola, Chieuti e San Severo, di cui 3 sottoposti alla custodia cautelare in carcere, 5 alla misura degli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti i soggetti sono indagati, a vario titolo, per detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, continuata e in concorso, per fatti commessi nel periodo compreso tra febbraio 2020 e maggio 2020 nei territori di Serracapriola, Chieuti e San Paolo di Civitate.
Le indagini hanno avuto inizio da un sequestro a carico d’ignoti di alcuni grammi di cocaina, custoditi all’interno di un ovulo e già suddivisi in dosi, rinvenuti nel mese di gennaio 2020, all’interno di un uliveto di Chieuti, nei pressi esattamente dell’abitazione di uno degli indagati. L’articolata attività d’indagine che ne è scaturita, si è inizialmente concentrata su un soggetto sanseverese trasferitosi a Chieuti, per poi svilupparsi grazie anche a numerose intercettazioni telefoniche, in una fitta rete di spacciatori di droga, operante per l’appunto nei territori dei comuni di Serracapriola e Chieuti.

La ‘clientela’ era geograficamente variegata, infatti gli acquirenti provenivano non solo dal territorio foggiano ma anche dalle vicine regioni Molise e Abruzzo. Sono stati una trentina gli episodi di spaccio documentati dai carabinieri. Le comunicazioni per l’acquisto e la vendita della droga avvenivano per lo più mediante l’utilizzo, da parte dei coinvolti, di un linguaggio criptico, tendente ad eludere eventuali intercettazioni, con l’utilizzo di termini quali “benzina”, “diesel” o “olio”, a seconda infatti della tipologia della sostanza fornita.
Nel corso dell’attività di intercettazione, due dei soggetti coinvolti, ricoprenti ruoli apicali, avevano inoltre posto le basi per la spartizione delle piazze di spaccio, criticando aspramente i tentativi delle “nuove leve” di concorrere con loro nella gestione delle ‘piazze di spaccio’ rispettivamente oggetto di controllo. E’ stata anche accertata l’assidua e continuata attività di intermediazione tra assuntori e spacciatori da parte di uno dei soggetti finito agli arresti domiciliari, vero e proprio ‘broker’ della droga, che sfruttava questa posizione per avere in cambio sconti sull’acquisto o direttamente dei ‘doni” di sostanza stupefacente per il servizio prestato.

Nel corso dell’intera operazione sono stati effettuati 3 arresti in flagranza di reato, segnalati 9 assuntori di droga, sequestrati circa mezzo etto di cocaina, mezzo chilo di marijuana e alcuni grammi di hashish. In contemporanea agli arresti, i carabinieri del Comando provinciale di Foggia, con l’ausilio sempre dei Reparti specializzati dell’Arma, hanno eseguito altre attività di perquisizione collaterali, alla ricerca di droga ma non solo rinvenendo alcune armi e altro quantitativo di stupefacente.