di Antonio Salvatore
Contrastare l?isolamento e costruire percorsi di crescita per le donne. E? la mission di Liberaluna, la onlus che oramai da un anno e pi? prende per mano le donne vittime di violenza e le accompagna in un lungo percorso per riappropriarsi della dignit? di persona, calpestata da uomini che conoscono un?unica legge: quella della violenza. Donne accoltellate da ex che non hanno accettato la fine della relazione, prese a bastonate per non aver preparato un pranzo gradito o picchiate dopo aver visto in tv uno spot che sensibilizzava proprio a denunciare i soprusi. Casi limite, che segnano la tranquillit? apparente anche del piccolo Molise. Liberaluna ? una realt? che lavora in silenzio, una grande famiglia di psicologhe, assistenti sociali e avvocatesse che ha messo su uno ?Sportello Antiviolenza?. Abbiamo incontrato la presidente della onlus, Maria Grazia La Selva, e la tesoriera, Rossella Pasquale. Ci hanno accolto al Terzo Spazio di via Cirese, sede di diverse associazioni di volontariato. Ecco, ? bene precisare una cosa. Liberaluna ? diventata realt? grazie alla forte motivazione che spinge questo gruppo di amichevolontarie al timone della onlus. Liberaluna, come dicevamo, ? uno sportello, non un centro antiviolenza. Almeno per ora. Per diventarlo bisogna crescere, avere delle ore di sportello ed essere strutturati, prima di entrare a far parte della Rete Dire, diciamo la casa madre che coordina i vari presidi territoriali.
?Ci stiamo strutturando per diventare un centro antiviolenza ? spiega la presidente ? ma finora non siamo state con le braccia conserte. Offriamo consulenza psicologica, legale e assistenziale a donne che vivono situazioni drammatiche e devono uscire da relazioni difficili?. Spesso, per?, questo non ? sufficiente, perch? la vittima di violenza nonostante denunci e cerchi di uscire da quella prigione le cui chiavi sono ?custodite? dal marito non trova rifugio da nessun?altra parte. ?In Molise infatti non esistono le cosiddette case rifugio, cio? localit? protette che possono ospitare chi ha subito maltrattamenti. Noi abbiamo contatti fuori regione, a Roma e Pescara, e ci appoggiamo a loro?. Liberarsi di questa?sudditanza psicologica, perch? ? di questo che si parla in primis, non ? facile. Bisogna trovare il coraggio di voler riappropriarsi della vita, e al tempo stesso essere supportate da una rete di professionisti. Spesso il primo passo che si compie ? la denuncia, seguita dalla richiesta della separazione dal marito, procedimento che presume la tutela di un avvocato. ?Oltre al sostegno psicologico ? ci spiega l?avvocato Silvio Tolesino, dell?omonimo studio che ha sposato la causa di Liberaluna ? c?? bisogno della tutela legale?. E qui si apre un?altra problematica, la Legge spesso non riesce a tutelare le vittime dei soprusi. ?Ci sono state delle normative, anche recenti, che appesantiscono la sanzione a carico di chi maltratta ma non basta. Le misure cautelari esistono, eppure un?ordinanza come l?allontanamento dai luoghi frequentati dalla persona offesa viene puntualmente violata?. Parliamo di circa l?80% dei casi. ?C?? stato un episodio in cui il marito, sottoposto al divieto di dimora nella casa coniugale, ha patteggiato la pena e ? di conseguenza ? ? caduta la misura. Questo significa che la sera stessa ha avuto la possibilit? di rientrare in casa?. Attualmente Liberaluna offre assistenza a decine di donne, arrivate in contatto con la onlus attraverso la segnalazione delle forze dell?ordine, di assistenti sociali o tramite lo sportello d?ascolto, attivo – ricorda la dottoressa Pasquale – dal luned? al venerd? dalle 11 alle 13 e dalle 15 alle 19 al numero 3895617328. ?Noi ci siamo messe a disposizione, ma non ? sempre facile lavorare ? il rammarico della dottoressa La Selva – C?? ancora una mentalit? chiusa che porta ognuno a lavorare per s?, invece bisogna fare rete. Chi opera nel sociale dovrebbe unirsi, purtroppo qui le istituzioni non ci prendono in considerazione. Non capiscono che noi possiamo rappresentare una risorsa. Bisogna capire che non deve essere contattato il Consultorio quando ci sono problematiche simili?. Di violenza sulle donne si inizia pian piano a parlare e a quanto pare ci sarebbero anche dei fondi stanziati (188mila euro per la precisione); per? a quanto pare le idee progettuali non sono molto chiare in quanto con questo budget si vorrebbero creare tre centri antiviolenza e alcune case rifugio. Questo per la presidente ? davvero una follia. Ed a rimetterci ? sempre la persona. ?Una cosa ci terrei che passasse: noi abbiamo capito cosa fare e quale direzione prendere e stiamo avendo dei risultati. Visto che esistiamo, ci crediamo e lavoriamo gratuitamente, ? pi? semplice e ragionevole sostenere e facilitare il lavoro di chi gi? esiste e non creare ex novo?. Mi piacerebbe chiudere con questo interrogativo: perch? dobbiamo disperdere questo piccolo budget esistente e magari non creare nulla di buono??.