Diritto allo studio, gli studenti molisani scendono in piazza
In tutta la regione, i ragazzi sono scesi in piazza per chiedere di rivedere una legge vecchia di 43 anni
REDAZIONE CAMPOBASSO
MARCELLA TAMBURELLO
Tantissimi gli studenti di tutta la regione che oggi, venerdì 12 ottobre, sono scesi in piazza per rivendicare il loro diritto allo studio. Ragazzi e ragazze che chiedono una scuola migliore, improntata a criteri umani e di socialità, che vadano oltre l’aspetto puramente economico, una scuola equa e giusta. «La scuola dovrebbe essere di tutti. Eppure, da troppo tempo – hanno criticato gli studenti, durante la manifestazione – la nostra regione non si interroga sui nostri bisogni, mantenendo una legge regionale sul diritto allo studio che risale a ben 43 anni fa e che non risponde alle necessità di una popolazione studentesca che rivendica di poter studiare senza spendere, ogni anno, oltre 800 euro tra libri e materiale scolastico». Durante la manifestazione in piazza, gli studenti hanno anche sottolineato l’importanza di avere scuole sicure. L’esperienza di San Giuliano di Puglia ha lasciato impresso, nei cuori di tutti i molisani, il dolore delle ventisette vite distrutte sotto le macerie di quella scuola, quella che doveva essere una seconda casa, un rifugio sicuro per i bambini e le loro maestre. Tra i dati allarmanti, e che gli studenti hanno messo in evidenza, c’è anche l’abbandono degli studi da parte di tantissimi ragazzi. Non solo. Anche le percentuali di chi lascia il Molise per poter continuare a studiare sono molto alte. Il 96% degli studenti molisani, infatti, una volta conclusi gli studi superiori, lascia la regione per lavorare o per frequentare l’università. Tra i motivi dello sciopero di ieri c’è anche lo sfruttamento dell’alternanza scuola–lavoro: «Una realtà che dovrebbe essere strutturata meglio – hanno detto – per garantirci veramente il futuro». I dati sono stati raccolti grazie ad un questionario che hanno compilato gli studenti di tutta la regione e i cui risultati sono stati portati all’attenzione dell’Ufficio Scolastico Regionale.
«Siamo stanchi di promesse inutili e delle solite parole» hanno dichiarato gli studenti durante il corteo di ieri. «Finché non avremo risposte reali e, soprattutto, un investimento concreto a favore del diritto allo studio, saremo pronti a scendere di nuovo in piazza e a mobilitarci nuovamente in tutta la regione. Faremo sentire la nostra voce per una scuola sicura e alla portata di tutti. Le legge deve essere riformata, siamo nel 2018, bisogna aggiornarsi per garantire a tutti un vero diritto allo studio» hanno concluso i ragazzi e le ragazze scesi ieri in piazza.