Dialogo di Clori e del cinghiale Cing

Clori ed il cinghiale Cing con la sua femmina e col suo branco di piccoli, un poco più distanti,  per caso si trovano ai bordi del bosco che sta a ridosso del “Cardarelli”, l’ospedale Hub cittadino, punto di riferimento di gran parte della sanità molisana ed anche di quella extraregionale.

Lì si incontrano per caso. Alla donna l’animale appare non concentrato sulla sua persona, ma teso semplicemente a guardare avanti a sé.

Clori dà l’impressione di essere raccolta sui suoi pensieri…

Clori:

Ah! Ecco: Nel Molise la sanità pubblica appare collassata da diversi anni (e lo abbiamo potuto constatare anche durante il lockdown provocato dal Covid 19) a causa di irragionevoli e antipopolari strategie del ceto politico che negli ultimi due decenni ha voluto privilegiare, favorendolo sfacciatamente, il rapporto con l’imprenditoria privata e con le sue strutture sanitarie. Di qui è stato gravemente penalizzato il settore pubblico con un peggioramento funzionale dei Pronto Soccorso e dei dipartimenti UOC, ridotti e resi quasi inoperosi. E’ stato promosso ed assecondato il pre-pensionamento dei primari o facenti tali funzioni; sono stati praticamente dismessi e conferiti alle strutture private servizi essenziali (neurologici; postraumatici e postchirurgici, affidandoli alla Neuromed di Pozzili (Is) o ai Gemelli di Monte Vairano (Campobasso”).

Alla luce di queste amare considerazioni Clori si chiede che cosa si intenda per “salute”, oggi. Lei è convinta che la salute non significhi solo assenza di malattia, ma anche sulla scorta dell’Art. 32 della C.C., essa rappresenti un bene che scorre come una linfa vitale che unisce gli uomini, gli animali, l’ambiente naturale. Infatti, noi dalle vicende e dal cammino della  Storia sappiamo che gli uomini, gli animali e la natura sono come dei vasi comunicanti.

Cing  si rivolge a Clori, mostrando di saper parlare la lingua degli umani.

Cing

Mi trovo qui nella regione Molise, nelle campagne e nei boschi molisani, perché ci sono stato portato per forza, con la motivazione del ripopolamento di queste aree con la mia specie. Di conseguenza, forse anche per gli spostamenti miei e del branco che guido e che a voi uomini, così affermate,  provocano distruzione dei raccolti, danni alle colture, incidenti sulle strade a causa dei nostri improvvisi e quasi sempre notturni spostamenti,  ed anche in qualche caso più raro aggressioni alle persone; per queste ragioni voi umani ci state scacciando da ogni angolo di campagna dove riesco a trovare qualcosa da mangiare per il mio branco. In genere viviamo in campagne e monti lontani dai centri abitati. Ma le ragioni della sopravvivenza della mia specie spingono me, e gli altri animali che mi seguono, qui nelle campagne, sui monti molisani e anche a ridosso dei centri abitati. Io appartengo alla razza dei cinghiali ungheresi, portati a forza qui in Italia, specialmente nel centro/sud della penisola per il processo di ripopolamento della nostra specie, che da voi, a causa della caccia e di altre ragioni, come la selvaggia politica del disboscamento, cui segue naturalmente la cementificazione del suolo e, di conseguenza. il nostro allontanamento in altre parti  territoriali, sta letteralmente sparendo.  Quindi, io sono qui; qui, in questo angolo boschivo e selvatico della regione vivo con il mio branco e naturalmente ci differenziamo dai vostri cinghiali autoctoni per la nostra più voluminosa corporatura e forse anche per il nostro dinamico e distruttivo spostamento sul territorio.   Mi date la caccia, perché dite che distruggo con il mio gruppo  raccolti ed aggrediamo altri animali;  ma non pensate invece che c’è un pericolo ben maggiore che voi umani state correndo e fingete di non accorgervene ed è il cambiamento climatico dovuto alla scellerata politica industriale dei più grandi paesi della Terra? Mi riferisco al cambiamento climatico, perché, peraltro, questa manifestazione della natura, eccezionalmente pericolosa ed esiziale per noi animali, per l’habitat e per voi umani, è la condizione che permette ad agenti patogeni di adattarsi, di insediarsi, di trovare ospitalità in territori ed ecosistemi prima inospitali. E’ vero che la crisi climatica costringe milioni di persone a spostarsi, migrando, da un paese ad un altro. Ma è anche vero che nello stesso tempo migrano, trasferendosi, virus e batteri portati da animali quali gli uccelli e gli insetti, i quali ultimi, adattandosi alle nuove condizioni ambientali, sono causa della diffusione di epidemie, come nella fattispecie della Sars, dell’Hiv, del Corona virus. Voglio semplicemente dirti, Clori, di  non dover avercela con me e con i miei piccoli, ma con quanti umani, come te, che detengono il potere economico, politico e che hanno nelle mani la sorte di popoli e nazioni, ricattati e oppressi dalla crisi economica e finanziaria a partire dal 2007/8 – causa scatenante di tante altre  crisi non solo politiche e sociali –  e alle attuali si aggiungono anche quelle sanitarie, come questa ultima, questa del Covid 19. Questa epidemia sta sconvolgendo il mondo con gli attuali quasi 890.000 deceduti e con più di 27 milioni di contagiati; ma anche, e direi soprattutto, sta minando alla base la vostra capacità di umani di rapportarvi fra di voi, deteriorando i vostri comportamenti, che appaiono sempre più meschini, egoistici ed avari di forme di solidarietà con quanti patiscono la crisi economica aggravata dalla pandemia del Covid 19. Di qui, l’ambiente ed il territorio  non sono elementi estranei a voi; in realtà, noi ci siamo immersi completamente dentro; l’ambiente paesaggistico/territoriale è la parte della Terra  che ci sostiene attraverso la catena alimentare.

Clori 

Vedi, Cing. Io sono convinta che ognuno di noi, umani, vorrebbe essere in perfetta sintonia con il mondo animale (per esempio, la carne ed il gatto), col mondo vegetale (le verdure ma anche il legno dei nostri mobili), e con quello inanimato (la pietra, la sabbia delle spiagge, l’aria). Sono convinta  che l’ambiente non è qualcosa di estraneo a me, perché io ci sono immersa dentro fino al collo, visto che sono considerata una ninfa che protegge i fiori e ravviva la primavera.

L’equilibrio da cui nasce la salute è, di conseguenza,  fisiologico. Dunque, anche se tu, Cing, mi appari aggressivo, magari perché affamato, non mi fai paura né mi crei soverchi problemi di stabilità nervosa o particolari ansie.    

Devo, però, a questo punto dirti, Cing, perché mi trovo qui fuori dall’ospedale Cardarelli: sono venuta con una richiesta di fisioterapia per cercare di stare meglio; ho chiesto di poterla iniziare in accordo con il personale addetto, ma mi è stato detto che le sedute fisioterapiche non sono riprese neppure all’indomani della parziale riapertura del Cardarelli post Covid, in quanto ancora non sono stati fatti i lavori di adeguamento dei locali preposti in base alle norme anti Covid. E’ chiaro che mi sono fatta sentire nella mia lamentela verbale, incredula che a distanza di tanti mesi nel reparto di fisioterapia resti fermo ed inattivo un servizio per i cittadini tra quelli più necessari ed essenziali. Ma perché questi locali rimangono ancora inutilizzati? Ed il personale che dice? E la salute  delle/i cittadine/i come si tutela? Incredibile, ma vero!.. Ma poi so, lo sappiamo tutte, che durante l’emergenza pandemica da Covid 19 (dagli inizi di marzo alla metà di maggio di questo strano e difficile 2020) è stata sospesa l’attività clinica ospedaliera, ed in particolare quella chirurgica, limitandola, quest’ultima, a quella estremamente urgente. Dunque, non sono state  praticate né visite né terapie, né interventi  chirurgici ordinari; neppure visite ambulatoriali di routine, e neanche, in particolare, quelle visite che necessitano di controlli periodici, e questi mai avvenuti. Peraltro, il personale medico e paramedico che non era coinvolto nell’ambito delle terapie da Covid, quelle della rianimazione e quelle della terapia intensiva, è stato tenuto fermo ed inattivo, con conseguenze professionali e psicologiche che andrebbero valutate fino in fondo, come pure sarebbe utile conoscere gli umori di questo personale ed il tipo di rapporti ex post che alimentano o suffragano il loro lavoro ed il senso di appartenenza all’azienda sanitaria regionale. Ma i commissari, i direttori ed i dirigenti della sanità pubblica regionale, quelli della Asrem Molise, visitano, fanno controlli o ispezioni, semplicemente conoscitive, dello status quo al Cardarelli, come negli altri ospedali pubblici della regione? Io, cittadina, da quello che riesco a vedere e a sapere, non ne sono a conoscenza, e, a sentire qua e là il personale sindacalizzato, dico che la riposta è negativa.

Il fatto stesso che durante la pandemia al Tg3 Regione del mattino – ore 07.35 – abbia parlato unicamente il direttore generale e, che io, come altre, non abbia potuto sentire nessun altro, questa circostanza, ebbene, la dice lunga  su come siano impostati i rapporti fra il personale medico e paramedico e le strutture apicali sanitarie regionali. Mi pare che queste stiano pressoché sempre chiuse nelle loro stanze a fare conti e a litigare fra loro sul futuro prossimo della sanità pubblica regionale (fra l’altro, anche dove impiantare il nuovo centro ospedaliero anti Covid 19!!!).

Taccio sul ceto politico regionale, perché dovremmo aprire un altro capitolo amaro. Lo farò sicuramente in altra circostanza. E poi, ora che l’emergenza pandemica sembra sia finita, non si giustifica affatto una ripresa delle attività ospedaliere lenta, se non addirittura contigua ad uno stop permanente. Mi risulta che l’attività chirurgica non solo non sia ripresa a regime, ma in alcuni casi (in alcuni dipartimenti al Cardarelli ed anche in altri centri ospedalieri della Regione) emerge che  sia stata addirittura azzerata, anche a causa della mancanza di anestesisti. Ma come si fa a bandire concorsi in Regione per medici ospedalieri  il cui contratto di lavoro avrebbe una durata limitata (tre o sei mesi), supponendo che i giovani laureati in medicina, specializzati già o in corso di completamento della specializzazione, possano accettare di venire qui a Campobasso così in maniera sfacciatamente precaria? E tutto questo in un ospedale regionale Hub. Ma, così continuando, non si nega alla cittadinanza il diritto alla salute, sancito dall’art. 32 della Costituzione, specialmente a quella parte che necessita di terapie di tipo neoplasico?

Cing mi guarda interdetto, e, rispondendo, pronuncia parole che paiono come uscite dalla mia bocca: “voi umani siete proprio incapaci di intessere rapporti di solidarietà e di impostare la vita su queste antiche ma essenziali forme di reciproco sostegno e di solidale partecipazione alle problematiche della sofferenza”.

La cosa più grave, però, per Cing è l’indifferenza verso la vita e la storia degli altri, che continuiamo a considerare diversi e lontani da noi…La pandemia del Covid ci restituisce alla precedente normalità, a quella dell’egoismo, dell’indifferenza verso gli altri e della falsità nei rapporti interpersonali e,  cosa anch’essa grave, in quelli sociali, dove prevale l’esclusivo interesse personale, che ha escluso ogni possibilità di guardare al futuro, bandendo ogni sogno, ogni utopia…            

Cb, 11.09.2020

Franco Novelli, docente e cittadino partecipe della polis