Di Nucci: «Ridateci i medici finiti ad Isernia»

Il primario di Medicina ha chiesto al direttore Forciniti anche l’invio di apparecchiature e strumenti diagnostici funzionanti

FRANCESCO BOTTONE

Emergenza ospedale, prendendo la parola, con toni pacati, ma decisi, nel corso del consiglio comunale in seduta straordinaria, il primario Di Nucci ha spiegato al capitano Forciniti: «Riconosco una certa volontà, da parte dell’Asrem, di tentare di trovare una soluzione alla carenza di personale che si registra nei reparti ospedalieri del “Caracciolo”. Vorrei però far notare che non servono solo risorse umane, ma anche strumenti, perché altrimenti noi medici in servizio non abbiamo la possibilità di lavorare serenamente. Va bene quindi assumere medici, ammesso che poi vogliano venire a lavorare ad Agnone, ma facciamo attenzione anche al personale che oggi è ancora in servizio e che manda avanti, spesso a costo di sacrifici o con risorse umane reperite in maniera del tutto fortuita e semivolontaria, i reparti. Noi abbiamo necessità di apparecchiature e strumenti diagnostici, ma che siano ben funzionanti».

Chiarissimo il riferimento all’ormai scandalosa vicenda della Tac, quell’apparecchiatura che non funziona da mesi, tornata prepotentemente di attualità nelle scorse settimane quando una anziana donna di Belmonte del Sannio è stata costretta a sette, dicasi sette ore di viaggio in ambulanza, da Agnone a Isernia, in mezzo alla bufera, scortata dagli spazzaneve, perché aveva appunto necessità di essere sottoposta a quell’esame diagnostico che ad Agnone non si poteva fare perché appunto lo strumento è fuori uso. «Come Asrem abbiamo richiesto l’acquisto di una nuova Tac» ha subito precisato Forciniti, tentando di parare il colpo, ma in realtà la pratica, come è ormai noto, è impantanata da circa un anno e mezzo negli uffici della Centrale unica di committenza, come ha precisato anche il consigliere regionale, Andrea Greco, presente ai lavori dell’assise civica. Possibile che in 18 mesi nessuno riesca a far andare avanti quella maledetta pratica e quindi fornire ad Agnone e all’Alto Molise una Tac funzionante? A dire il vero ad Agnone non solo ci sono apparecchiature diagnostiche che non funzionano, lasciate a prendere polvere per anni, alla faccia del diritto alla salute di chi vive in Alto Molise, ma addirittura quelle poche funzionanti vengono scippate dagli altri ospedali così come servono. L’ultimo caso di “furto” autorizzato pochi giorni fa, con l’amplificatore di brillanza del “Caracciolo” che è stato portato presso il “Veneziale” di Isernia da dove, probabilmente, non tornerà mai più indietro. Risultato: nemmeno le radiografie si posso più fare ad Agnone.

In merito alla questione, invece, della difficoltà di trovare medici disposti a prestare servizio al “Caracciolo”, il primario Di Nucci ha aggiunto: «Nell’attesa di trovare questo nuovo personale, l’azienda sanitaria potrebbe dimostrare volontà di aiuto e di attenzione al territorio svantaggiato dell’entroterra, cominciando con il “restituire” all’ospedale di Agnone tutto il personale progressivamente, e mi pare a questo punto definitivamente, spostato presso i reparti dell’ospedale “Veneziale” di Isernia. Medici in servizio qui sottratti e inviati a Isernia. Intanto ridateci quelli». L’ultimo esempio, concreto a differenza delle chiacchiere dell’Asrem, il medico radiologo, partito dall’Alto Molise alla volta di Isernia per non meglio precisate ragioni di servizio e mai più rientrato alla base.