Di Marzo, il ricordo di colleghi e amici: «Autorevole, ma allegro e socievole». In bici? «Il più forte di tutti»
Il ritratto del primario di Chirurgia del Cardarelli prematuramente scomparso la scorsa domenica
È ancora vivo lo sconforto e il dolore tra familiari, colleghi medici, pazienti e persone comuni che lo conoscevano, a Campobasso e in tutto il Molise, e ne ricordano il grande spessore umano e professionale a nemmeno una settimana di distanza dalla prematura scomparsa del dottor Giancarlo Di Marzo, primario del reparto di Chirurgia dell’ospedale Cardarelli.
«È stato un grande professionista e un medico responsabile che aveva un grande rapporto con noi giovani». Così lo ricorda il dottor Luciani, medico Chirurgo dello stesso reparto, il quale aggiunge che «ci dava fiducia facendoci crescere professionalmente e rendendoci indipendenti per acquisire la necessaria autonomia in sala operatoria e dandoci quello slancio che serve per diventare sempre più bravi».
Il dottor Di Marzo «era una persona che non era così in vista e al centro dell’attenzione, ma aveva una grande autorevolezza quando ci trasmetteva i suoi insegnamenti, ma era disponibile a qualsiasi ora del giorno e della notte per qualsiasi necessità. Lui credeva così tanto nei giovani – sottolinea ancora il dottor Luciani – al punto che voleva creare un’equipe con loro, sia pure affiancati da qualche medico più esperto. Era aperto alle novità, diversamente da alcuni colleghi della “vecchia scuola”». Ma anche nelle occasioni conviviali «era allegro e socievole – conclude il collega medico – ed evitava assolutamente di parlare di lavoro».
A questo proposito l’amico di sempre («fin da ragazzi, siamo cresciuti insieme»), Nicola Marano, lo ricorda come «il campione Juniores di ciclismo e, tra noi, era il più forte di tutti. Noi cercavamo di emularlo facendo una vita da “professionisti” con il riposo e l’alimentazione ed avevamo, come metro di paragone, la salita di Oratino che i migliori come lui percorrevano in 17-18 minuti pur avendo un fisico possente e muscoloso considerando che in salita il peso è determinante. Io, con gli amici del mio gruppo, impiegavamo oltre 20 minuti». Anche dal punto di vista professionale, «quando mi sono rivolto a lui è stato immediatamente disponibile e mi ha dato i consigli giusti, senza mai farsi desiderare – chiude Marano – come, invece, accade in altre situazioni». (Adimo)