Di Lucente: «L’ospedale Caracciolo di Agnone è tornato ad essere la “Cenerentola” del Molise»

«Prima il pronto soccorso del Caracciolo. Poi il 118 senza medico. Ancor prima malumori tra i dottori. L’ospedale di Agnone è tornato ad essere la Cenerentola del Molise. A noi resta l’amarezza di vedere anni di lavoro cancellati in pochi giorni». Lo ha scritto sui suoi canali social ufficiali il consigliere regionale, Andrea Di Lucente, in merito alla mancanza di un medico di notte, dal 4 al 7 aprile, nella postazione del 118.

La colpa è «di chi non vuole scommettere sul Caracciolo. Nel corso del tempo abbiamo cercato di salvare ciò che poteva essere salvato all’ospedale di Agnone, di mettere una toppa allo sfascio operato dal governo Frattura. Ho detto ‘abbiamo’ perché è stato fatto insieme: con il sindaco Saia abbiamo fatto squadra. Gli operatori sanitari hanno dato il loro contributo, sorretti dalla tenacia del dott. Paoletti. Con il sindacalista Bruno Delli Quadri abbiamo dialogato tanto su come ripensare l’ospedale di Agnone. Tutti, all’unisono, ci siamo impegnati in questi anni.

Nel giro di nemmeno un mese, con il cambio di direzione generale all’Asrem, è stato operato un colpo di spugna. È arrivata una persona che non ha a cuore il Molise. Per il direttore Gollo, l’ospedale di Agnone non esiste nemmeno. E si vede. Ora è diventato un peso morto. È una situazione che non possiamo più tollerare. Cosa abbiamo fatto finora? Abbiamo ottenuto strumenti nuovi per ammodernare l’ospedale e per avviarci verso la telemedicina. Il personale ha fatto sforzi per garantire il continuo servizio, grazie anche all’attenzione della politica e alla sensibilità dell’ex direttore generale Florenzano. È stata garantita la turnazione. Sono stati mantenuti i servizi essenziali per quanto possibile.

Perché ho parlato poco del Caracciolo? Semplicemente perché sono convinto che il lavoro vada fatto e non raccontato. Prima agisci, poi spieghi. Sono sicuro che tutti, in Altissimo Molise, iniziano a capire la differenza tra chi parla, parla tanto ma poi non conclude nulla e chi, invece, a testa bassa opera. Io ho scelto la seconda strada e non mi fermerò adesso, nonostante i tantissimi bastoni tra le ruote che ci vengono messi. Adesso, però, la misura è colma per tutti».