Denunciati padre e figlio per condotte di violenza domestica

REDAZIONE

Una 47enne ritorna nella sua vecchia abitazione per riprendere gli effetti personali ma ad attenderla c’era l’anziano padre del convivente. L’ultimo ostacolo da superare. Dopo quel giorno la sua vita sarebbe cambiata per sempre. Avrebbe voluto voltare pagina definitivamente dopo anni difficili. Ma prima avrebbe dovuto recuperare i propri effetti personali dalla casa che aveva lasciato insieme ai suoi figli, a causa dei continui maltrattamenti subiti dal convivente. Ma ad attenderlo nei pressi dell’abitazione il suocero che ha inveito contro di lei, aggredendola e strattonandola. Una brutta storia di violenza domestica, a cui hanno messo fine gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Isernia che hanno denunciato due padre e figlio, di 83 e 54 anni, residenti in un paese della provincia pentra, per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni in danno della convivente di quest’ultimo. La vittima, una donna di 47 anni, stanca dei continui soprusi e maltrattamenti da parte del compagno convivente, come detto, si era trasferita con i figli in un’altra abitazione. Per recuperare i propri effetti personali, aveva concordato un appuntamento con l’ex compagno presso il vecchio domicilio ma, giunta sul posto, c’era l’anziano padre dell’ex, il quale ha iniziato a maltrattarla. La donna è stata costretta a ricorrere alle cure dei medici del Pronto Soccorso. Subito dopo, stanca dei soprusi subiti, si è rivolta alla Polizia di Stato e il personale della Squadra Mobile, formato ad accogliere con le modalità e le cautele previste nell’ascolto delle persone offese vulnerabili ( il cosiddetto ascolto protetto che garantisce una corsia preferenziale di trattazione dei procedimenti in materia), ha raccolto il suo racconto, fornendole informazioni analitiche e complete circa gli strumenti (amministrativi o penali) previsti e circa le strutture della rete antiviolenza che danno supporto, anche legale, alle vittime.  Figlio e padre dovranno ora rispondere, rispettivamente, di maltrattamenti contro familiari e conviventi e di lesioni.