Delitto Micatrotta, in aula la compagna della vittima e i Carabinieri del Ris

Tribunale di Campobasso, Corte d’Assise: la testimonianza che più spicca all’udienza di oggi 28 aprile relativamente al processo per l’omicidio di Cristian Micatrotta è certamente quella resa dalla compagna di quest’ultimo, assassinato la notte di Natale del 2021 in via Vico a Campobasso.


A tratti, anche in lacrime, ha descritto gli ultimi momenti in cui parlò con Cristian: una cena di Vigilia frugale, il saluto e la promessa di rivedersi presto. Un “ciao” che sarebbe stato un addio, mai avrebbe immaginato come sarebbe cambiata la vita sua da allora in poi.

“Droga? Mai saputo che il mio compagno ne facesse uso. Ne sono sicura!” le sue parole rotte dall’emozione comprensibile del momento scendono come pietre fra i presenti.


Poco prima della mezzanotte fra il 24 e il 25 dicembre 2021 la vita del suo amato veniva spenta da un fendente sferrato con un coltello che ha attinto al collo il povero Cristian Micatrotta, 37 anni, geometra, libero professionista, stimato e apprezzato da chiunque lo avesse conosciuto.


In Corte d’Assise per questo omicidio, c’è l’imputato Gianni De Vivo, qualche anno in meno della vittima, anch’egli di Campobasso. Anche lui un giovane come tanti che però ora risponde di un delitto che fa tremare le vene ai polsi per violenza e efferatezza.


In Tribunale, fra i dieci testi chiamati a deporre, c’erano anche diversi Carabinieri fra i quali anche esperti del Ris (Reparto Investigazioni Scientifiche) dell’Arma, chiamati a valutare da un punto di vista tecnico forense il post omicidio. Una fase delicata che potrebbe spostare l’ago della bilancia sia sul lato della Pubblica Accusa, sia su quello della difesa. E’ una questione di Giustizia.


No v’è dubbio che il processo sia ormai entrato nel vivo, ma l’iter giudiziario è ancora lungo e bisognerà attendere anche le future udienze per stabilire un quadro più chiaro per giungere a quello che sarà il giudizio di primo grado. L’accusa resta: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione.


Quella notte di Natale, De Vivo (l’imputato) avrebbe incontrato Cristian Micatrotta e altri due amici (fra i quali il cognato) per un chiarimento su una presunta e minima compravendita di droga. Un diverbio, gli animi che si infuocano e la morte che arriva.


La prossima udienza è stata fissata al 12 maggio 2023.