Daniela Sabatino: «In Molise i primi calci al pallone. Ho trascorso anni bellissimi»

di Stefano Berardo

Trentaquattro anni, nata ad Agnone e stella splendente del calcio femminile italiano. Daniela Sabatino non ha ancora nessuna voglia di fermarsi. Attualmente l’attaccante milita in Serie A nel Sassuolo dove, in questa stagione, ha messo a segno dodici goal in sedici presenze. Una media di quasi un goal a partita. Recentemente ha preso parte all’ultima Algarve Cup in Portogallo con la maglia Azzurra, convocata dalla CT Milena Bertolini che non sembra riuscire a fare a meno della sua esperienza. Ora però, tutto è fermo a causa dell’epidemia di coronavirus, e anche l’atleta ha rispettato lo stop delle competizioni imposto dal Governo.

Sulla quarantena e il periodo che stiamo vivendo?

Come tutti sono in casa, mi alleno con il programma del preparatore atletico del Sassuolo. Guardo la tv, faccio molte videochiamate con famiglia e amici. Bisogna restare a casa e sperare che finisca tutto questo rispettando le regole che ci sono state imposte. La salute è la cosa più importante. Ci sono stati troppi morti quindi è meglio salvaguardarsi.

Pensi si debba riprendere a giocare o no?

Io mi auguro che si possa tornare alla normalità quanto prima. Però ripeto: la salute viene prima di tutto. La Federazione deciderà insieme ai club. Speriamo si possa tornare a giocare molto presto.

Sei nata ad Agnone ma sei cresciuta in Abruzzo, che ricordi hai della tua regione e quanto spesso ci torni?

Sì, sono nata ad Agnone però i miei sono originari di Castelguidone in Abruzzo. Viviamo al confine tra le due regioni. In Molise ho dato i primi calci al pallone. Ho giocato a Isernia, Campobasso e Bojano. Ho tanti bei ricordi e sono ancora in contatto con le persone con cui ho condiviso il campo in passato; devo tutto alla società Monti del Matese Bojano che mi ha valorizzata. A casa torno a Natale o per le ricorrenze. Cerco di tornarci più che posso perché ci sono la mia famiglia e i miei amici. Tornare ha sempre un sapore particolare per me.

Che ricordi hai del periodo in cui giocavi con le squadre molisane?

Bei ricordi. Ero piccola, i miei genitori mi hanno dato la possibilità di intraprendere questa carriera senza mai ostacolarmi. Gli devo tutto. Lì ho trascorso anni bellissimi, mi sono divertita tanto. In principio non pensavo che il calcio diventasse la mia vita, poi a lungo andare sono diventata una calciatrice importante arrivando a vestire la maglia della nazionale. Ho vissuto un po’ a Bojano e un po’ a Campobasso trovandomi sempre bene. E’ stato un bel periodo.

Avresti mai pensato di avere una carriera così entusiasmante?

Sinceramente no. Ma lo desideravo. I primi anni della mia carriera ho girato molto l’Italia e questo mi infastidiva. Mi affezionavo alle compagne e alla società in cui militavo, poi dopo un anno cambiavo maglia. Sono però molto soddisfatta di dove sono arrivata e l’unico rimpianto è aver rifiutato la maglia della Nazionale Under 19. Ero ancora troppo giovane e immatura. Dovevamo affrontare un torneo in Canada e ho rinunciato non dando il giusto valore alla questione. Per fortuna mister Antonio Mirra mi ha chiamato successivamente in Under 21, lo ringrazio per questo. Da lì sono arrivata alla Nazionale maggiore.

Sei molto sorridente e allegra

Cerco sempre migliorarmi, mi piace essere vincente, farlo col sorriso ti costa meno fatica. Non mi pesa l’allenamento o andare in ritiro, perché sono momenti in cui impari a conoscere bene le tue compagne e insieme si raggiungono obiettivi comuni.

Ora sei al Sassuolo, una società che sa muoversi molto bene nel calcio. Come ti trovi?

Sto bene. E’ un club che punta molto sui giovani. Cero di parlare poco e dare l’esempio sul campo essendo una veterana. Con loro mi trovo bene; si è interrotto il campionato sul più bello. In principio abbiamo perso molti punti, poi ci siamo unite giocando anche un buon calcio e togliendoci molte soddisfazioni. Quest’anno credo che il Sassuolo sia cresciuto molto. Il mio obiettivo ora sono gli Europei. L’età si fa sentire ma non ho voglia di smettere. Lavorerò bene per mettere in crisi la CT Milena Bertolini.

Quanto è stata importante l’esperienza del Mondiale di Francia 2019? Che ricordi hai?

Per il gruppo Italia è stato importantissimo, abbiamo fatto innamorare gli italiani di noi. Il nostro sogno era che gli italiani iniziassero a guardarci e a capire che anche le donne possono giocare a calcio. Quando siamo tornate a casa è stato motivo di orgoglio sentir parlare ancora di noi. Oggi veniamo fermate per strada, ci riconoscono. Questo è importante; ci spinge a migliorarci come movimento calcistico. A livello personale è stato fantastico, era il mio sogno nel cassetto. Giocare di fronte a così tante persone è stato meraviglioso. Speriamo che in Italia si possa presto raggiungere un pubblico come quello. A noi il Mondiale ci ha dato tutto. Peccato che con l’Olanda abbiamo perso. Il caldo, la stanchezza e loro, che comunque erano le vice campionesse europee, ci hanno fermato. Abbiamo dato il massimo.

I tifosi del Brescia ti hanno soprannominata “Alta Tensione”, lo stesso soprannome di Pippo Inzaghi

Adoro Pippo, è il mio idolo. Ringrazio i tifosi del Brescia per questo soprannome. Io sono tifosa del Milan quindi per me è stato un riferimento. Ho giocato una stagione in rossonero indossando la maglia 9, la stessa di lui, perciò sono veramente contenta. L’ho conosciuto di persona quest’anno a Benevento e sono stata felice. Peccato che si sia ritirato. Mi rivedo molto in lui, ha sempre avuto fame di goal e di migliorare. Riguardo spesso le sue reti d’istinto nell’area piccola e cerco di prevedere i passaggi delle mie compagne come faceva lui. E’ una delle doti che cerco di “rubargli”. L’unica distinzione è che lui segnava di sinistro io un po’ meno.

Una volta che avrai appeso gli scarpini al chiodo cosa farai?

Non mi ci vedo come allenatrice. Sinceramente non saprei. Faccio molta fatica a vedermi lontana dal campo. Io mi sento ancora bene come calciatrice. E’ un giorno che vedo ancora lontano, ora ho solo voglia di continuare a giocare.

Qual è la calciatrice più forte, italiana o straniera, con cui ti è più duramente confrontata?

Faccio un po’ fatica coi nomi. In Nazionale penso ci siano le migliori giocatrici del campionato italiano. Ho la fortuna di allenarmi e confrontarmi con loro in ogni raduno. Ritengo che il livello si sia notevolmente alzato e di conseguenza il divario con le altre nazionali si sia abbassato. Una calciatrice straniera? Non saprei proprio, ma avendo giocato in Champions League ed in Nazionale ho sempre avuto la fortuna di rapportarmi con ragazze che giocano da professioniste, e quando le affronti devi sudare di più.

Entro quanto tempo ti aspetti il professionismo in Italia?

Il movimento sta cambiando. C’è una considerazione maggiore nei nostri confronti. Siamo sulla buona strada ma temo ci vorrà ancora un po’ di tempo. L’Italia è troppo indietro rispetto ad altre nazioni e mi auguro che arrivi in pochissimo tempo.