«Dalla legittima difesa al Far West», la riflessione di Matteo Fallica

Il consigliere comunale di Petacciato si interroga dopo la richiesta di Salvini

REDAZIONE TERMOLI

E’ uno degli argomenti più discussi dell’ultimo periodo, soprattutto all’indomani delle dichiarazioni di Matteo Salvini che ha chiesto la grazia per l’imprenditore accusato di tentato omicidio. Una richiesta che ha aperto il campo ad una lunga riflessione non solo politica ma anche e soprattutto sociale, come quella che arriva dal consigliere comunale di Petacciato, Matteo Fallica che, «al netto di tutto il dibattito politico», alla vigilia della discussione in parlamento della riforma della legittima difesa, ha voluto affrontare il tema da un punto di vista sociale e giuridico. «Alle ore 21 circa del 5 ottobre 2011 – scrive Fallica in una riflessione pubblicata su Facebook – un imprenditore e un suo dipendente reagiscono a una rapina di carburante da un escavatore di un cantiere, aprendo il fuoco. I tre ladri scappano ma uno viene fermato, fatto mettere in ginocchio con le mani dietro la nuca, bastonato e poi centrato da un proiettile di un fucile, con la faccia premuta sui sassi del terreno. Per quell’episodio l’imprenditore fu condannato a 4 anni e 6 mesi per tentato omicidio. L’altro giorno il ministro dell’interno Matteo Salvini è andato a trovarlo in carcere a Piacenza trasformandolo in un eroe, nel simbolo della “legittima difesa”, arrivando a sostenere una campagna per fargli ottenere la grazia. No, caro Salvini, la difesa non è sempre legittima». E di qui il rimando a una visione più giuridica dell’argomento. «La verifica dei fatti spetta sempre all’autorità giudiziaria. E un criterio di proporzionalità fra offesa e difesa deve essere mantenuto. Chi spara alle spalle a un ladro in fuga, chi spara a freddo a un rapinatore immobilizzato, per esempio, non deve contare sull’impunita’ per legge. La norma sulla legittima difesa può essere rivista ma non stravolta. La giustizia “fai da te” – ha concluso Fallica – è l’anticamera del Far West».