di Antonio Cianciulli
I terremoti sono dei movimenti che si originano dalla rottura di masse rocciose, che formano ciascuna una zolla, con liberazione di energia. L’ipocentro è il punto in cui avviene la rottura delle masse rocciose, con liberazione di energia, detta magnitudo che è calcolata a partire dall’ampiezza delle onde che il sismografo ha registrato. La proiezione dell’ipocentro sulla Terra è detta epicentro.
Già durante la notte del 24 agosto 2016, il primo evento sismico si è verificato nel comune di Accumoli, in provincia di Rieti, con magnitudo 6.0. Il sisma, molto violento, ha messo in ginocchio il cuore d’Italia. La scossa è stata avvertita in tutto il centro Italia. Numerosi danni sono stati rilevati, molte chiese e molti edifici dei centri storici delle zone non hanno retto alla furia dell’evento. Inoltre, hanno perso la vita circa 300 persone nei piccoli comuni limitrofi all’epicentro, come Amatrice e Arquata del Tronto.
Lo sciame sismico non si è fermato, continuando anche nei giorni successivi, ma con minore intensità. Secondo i dati dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), il terremoto del 24 agosto 2016 avrebbe causato un abbassamento di 15-20 cm del terreno.
Mentre i terremotati di Amatrice e dintorni si stavano tranquillizzando, la sera del 26 ottobre 2016, la Terra riprende nuovamente a tremare una prima volta in provincia di Macerata con magnitudo 5.4 a cui seguì, poche ore dopo, una nuova forte scossa con magnitudo 5.9. Le scosse provocarono innumerevoli crolli, diversi feriti e, fortunatamente, solo una vittima: un anziano signore colpito da un infarto per il forte spavento.
Sono le 07.40 del 30 ottobre 2016, quando una nuova scossa, con magnitudo 6.5, si è abbattuta a Norcia, in provincia di Perugia. Il sisma è stato avvertito in quasi tutta la penisola e persino in alcune zone europee confinanti con quest’ultima. Secondo i dati rilevati è stata la scossa di terremoto più forte in Italia, dal sisma dell’Irpinia del 1980. Inoltre è accaduto negli stessi giorni del terremoto che colpì San Giuliano di Puglia, in provincia di Campobasso, quattordici anni fa, causando la morte di ventisette bambini e un’insegnante.
A Norcia è crollata la basilica di San Benedetto, facendo perdere tutto il patrimonio artistico e, con esso, moltissimi anni di storia. È stato un evento che ha segnato gravemente tutta l’Italia e noi italiani, contribuendo all’evento sismico con tanta solidarietà, sia economica, che pubblicizzando i prodotti tipici delle zone colpite dal terremoto.
Sfortunatamente, lo sciame sismico ancora non si conclude, infatti il 18 gennaio scorso, nel giro di poche ore, altre quattro scosse, di magnitudo superiore a 5, hanno colpito gli stessi comuni. Per fortuna, non ci sono stati ulteriori danni e vittime. Purtroppo non finisce qui, perché la nostra penisola è considerata un Paese altamente a rischio sismico, quindi non sappiamo ancora cosa ci possa riservare il futuro.