Crisi del grano, CIA all’attacco: “Sciopero della semina”

Mercati al ribasso con prezzi quasi dimezzati rispetto a un anno fa, speculazione selvaggia e import in costante aumento. I produttori di grano della Cia-Agricoltori Italiani non ci stanno pi? e lanciano un out-out: ?Se le quotazioni non tornano a salire, riconoscendo al frumento italiano il giusto valore, faremo lo sciopero della semina?.

L?annuncio della Cia-Agricoltori Italiani, apre ufficialmente la fase di mobilitazione della Confederazione su tutto il territorio nazionale. Presidi, sit-in e blocco delle Borse Merci nelle maggiori citt? d?Italia per dare un ultimatum rispetto alla campagna di semina 2017, ma anche per fare una proposta al Governo: ?Stop alle importazioni di grano per qualche mese cos? da ridare fiato agli agricoltori in crisi?. In queste condizioni ?NOI NON SEMINIAMO?, anche perch? attualmente gli agricoltori producono grano di qualit? ma in perdita (17 euro al quintale per il frumento duro, largamente al di sotto dei costi di produzione) e la situazione non pu? restare questa. L?Italia ha una forte tradizione cerealicola, ma le speculazioni di mercato la stanno distruggendo.

Senza un’inversione di marcia sui prezzi pagati agli agricoltori e senza un freno immediato alle importazioni “spregiudicate” dall’estero, il rischio che si corre ? quello di una progressiva marginalizzazione della produzione di grano italiano in un Paese che, paradossalmente, esporta il 50% della pasta che produce. Inoltre, ? necessario incentivare da subito accordi e contratti di filiera capaci di garantire una pi? equa redistribuzione del valore e ottenere la massima trasparenza nella formazione del prezzo. Misure non pi? rinviabili per permettere un cambio di passo e sostenere la redditivit? degli agricoltori. Secondo la Cia infatti, per il frumento si ? andata determinando una situazione paradossale, che ha visto l?immissione nel mercato di ingenti quantit? di grano importato proprio nel periodo della trebbiatura, provocando il tracollo dei prezzi e aumentando a dismisura il gi? ampio divario tra costo del prodotto primario e prezzo del pane e della pasta. Ed ? qui che entra il gioco la proposta della Confederazione di bloccare l?import temporaneamente, cos? da permettere lo smaltimento del grano immagazzinato, svuotare i silos e riequilibrare le scorte.

Si sta assistendo a comportamenti di vero e proprio sfruttamento. Oggi il raccolto di 6 ettari seminati a grano basta appena per pagare i contributi INPS di una famiglia media agricola e 100 chili di frumento valgono quanto 5 chili di pane. Un ?gap? intollerabile e contro la logica delle cose. Le aziende sono oggetto di una speculazione senza precedenti, con sistema industriale e commerciale che impongono ai produttori condizioni inaccettabili. Gli agricoltori sono costretti a competere con importazioni ?spregiudicate? dall?estero (+10% solo nei primi 4 mesi del 2016), da parte di speculatori commerciali? che stanno svuotando le scorte estere in condizioni di dumping, mentre in Italia si registra una produzione straordinaria.

Ma se gli agricoltori ci perdono, a guadagnarci da questa situazione sono solo le grandi multinazionali che importano grano? dall?estero per produrre all?insegna di un?italianit? che non ? reale, senza preoccuparsi di cosa conterr? la farina e di cosa mangeranno le famiglie. Per questo la Cia propone anche un progetto strutturato di valorizzazione del frumento italiano di qualit?, a tutela anche dei consumatori.