Covid, la variante Omicron 5, più infettiva, in Molise è al 50%

In Italia il 7 giugno scorso la variante Omicron del virus SarsCoV2 aveva una prevalenza stimata al 100%, con la sottovariante BA.2 predominante. Ma corrono le altre sottovarianti: BA.4 che sale all’11,41% e BA.5 sale al 23,15%. Nella rilevazione precedente ( pubblicata il 13 maggio con dati raccolti il 3 maggio) le due sottovarianti erano rispettivamente pari allo 0,47% e 0,41%. Sono questi i risultati dell’indagine rapida condotta dall’Istituto superiore di sanità e dal Ministero della Salute insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.

In alcune regioni Omicron 5 risulta il lignaggio più diffuso: in Valle d’Aosta è al 100%, in Basilicata al 70% e in Molise al 50%. Nel Lazio è sopra sopra media al 32,5%, in Puglia è al 32,6% e in Friuli Venezia Giulia al 31,1%. «Attualmente, non c’è evidenza che le infezioni causate da BA.4 e BA.5 siano associate ad una aumentata gravità delle manifestazioni cliniche rispetto a quelle causate da BA.1 e BA.2, ma risulterebbero più infettive», ricorda l’Iss che evidenzia come «nell’attuale scenario è necessario continuare a monitorare con grande attenzione, in coerenza con le raccomandazioni nazionali ed internazionali e con le indicazioni ministeriali, la diffusione delle varianti virali, e in particolare di quelle a maggiore trasmissibilità e con mutazioni correlate a potenziale evasione della risposta immunitaria».

Dall’indagine emerge che Omicron 1 è ormai al di sotto dell’1% del totale della varianti Omicron identificate. In questa ultima indagine BA.2 rappresenta il 62,98% tra le varianti Omicron, che resta predominante, rispetto al 91,83% registrata nell’indagine precedente.