Covid e aperture dei lidi, «risposte veloci. Siamo in ritardo di 2 settimane»

Le novità potrebbero arrivare nella giornata di oggi, quando si terrà una conferenza Stato-Regioni tra il Ministro Boccia e i rappresentanti regionali. Spingono il piede sull’acceleratore i balneatori di Termoli. Il ritardo sulla “tabella di marcia” delle riaperture al momento è ancora poco. «Sono circa un paio di settimane», afferma Domenico Venditti, presidente del Sib Molise. «Sono ancora poche l’importante, però, è avere una chiarezza relativamente al distanziamento e a tutte le norme di contenimento che dovremmo sicuramente mettere in atto. Se non abbiamo queste informazioni non possiamo programmare i lavori in vista delle riaperture». Al momento, infatti, a Termoli si sta lavorando per rimettere in sesto la spiaggia e ripulirla dopo le mareggiate invernali, «ma non possiamo iniziare a piantare gli ombrelloni se non sappiamo come lo dobbiamo fare». Un conto alla rovescia che è iniziato considerando che, normalmente, le riaperture sarebbero avvenute attorno al primo giugno, con poche eccezioni che iniziano a lavorare già da dopo Pasqua. «Al momento, però, non è ancora chiaro se saranno date delle direttive diverse da Regione a Regione o se ci sarà una direttiva unica – continua Venditti – da due giorni ci hanno dato il nulla osta per continuare la preparazione ma è inutile se non sappiamo come farla». Sotto la lente c’è anche una proposta presentata proprio dai balneatori sulla scorta di quello che è l’esempio virtuoso dell’Emilia Romagna «che prevede 10 metri quadrati per ogni postazione ombrellone, circa un metro quadrato in più rispetto all’anno scorso proprio per rispettare il distanziamento sociale che prevede almeno un metro di distanza tra ogni persona». Sotto la lente anche le penalizzazioni che potrebbero avvenire nel caso in cui non fosse consentita la mobilità tra le regioni. «Il turismo termolese è principalmente un turismo regionale con l’eccezione di turisti che arrivano dalla zona del beneventano in concomitanza con il fine settimana e di quelli di rientro dal Nord nel mese di agosto. Bloccare la mobilità tra le regioni potrebbe significare perdere questi clienti». Caso diverso nella zona di Campomarino dove, invece, il 70% dei turisti sono della vicina Puglia, della zona del foggiano e quindi un blocco della mobilità delle persone potrebbe creare sicuramente più problematiche. «L’importante – ha concluso Venditti – è che si sappia subito qualcosa per permetterci di organizzare i nostri lavori».