Covid, “a Termoli 90 positivi e altri in attesa del tampone da ottobre”. Le verità di Roberti
Novanta persone positive in isolamento domiciliare in città e che sono “seguite dalle Usca” alle quali si aggiungono “un’altra quindicina che sono iscritte nella lista e in isolamento domiciliare ma che dallo scorso 5 ottobre stanno ancora aspettando di fare, credo, il secondo tampone, quello per aver superato la malattia” e una informativa partita alla volta della Procura di Larino con la quale il sindaco di Termoli, Francesco Roberti, chiede di verificare la “veridicità della lettera aperta che è stata inviata dalla Rete della Sinistra riguardo la situazione del San Timoteo”. Sotto la lente del primo cittadino nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina, 11 novembre, è andata a finire la situazione Covid nella città più importante del Basso Molise. Roberti non ci sta “ai facili allarmismi di una parte della sinistra per la quale praticamente Termoli starebbe per diventare un lazzaretto o un cimitero” e non ci sta neanche “alle strumentalizzazioni e al gioco del terrore. Bisogna capire che le persone sono psicologicamente molto provate e non è questo il momento di fare facili allarmismi”. Il riferimento è alle dichiarazioni che nei giorni scorsi si sono susseguite da parte del consigliere regionale Vittorino Facciolla che aveva denunciato la presenza nel reparto di Medicina d’Urgenza del San Timoteo di sette persone ricoverate per Covid. Dichiarazioni che sono state smentite dal direttore generale dell’Asrem, Oreste Florenzano, che aveva spiegato come i pazienti in attesa del trasferimento al Cardarelli di Campobasso vengano provvisoriamente ricoverati in una parte del pronto soccorso adibita ad ospitare i casi Covid in maniera che non entrino a contatto con altri pazienti non contagiati. Ma anche alle dichiarazioni della Rete della Sinistra in una “lettera aperta che ho dovuto reperire dagli organi di informazione perché non è stata neanche recapitata a me”, ha affermato Roberti che ha tenuto a puntualizzare la posizione dell’amministrazione rispetto a tutto quello che sta succedendo. A partire dalla questione multe e chiusura dei luoghi di assembramento considerando che nei giorni scorsi era sorta qualche polemica per le immagini di Corso Nazionale fin troppo affollato il sabato pomeriggio. “A Termoli ci sono multe tutti i giorni per il non rispetto dell’obbligo di indossare la mascherina. ci sono stati anche esercenti commerciali che sono stati multati perché non si erano adeguati subito alle normative ma non vedo la necessità di dover chiudere Corso Nazionale per un assembramento che non c’è e condannare quei pochi negozi che restano aperti e che sono anche vuoti considerando che i bar chiudono regolarmente alle 18”. Se da un lato, quindi, per Roberti la necessità è quella di veicolare le informazioni dall’altro lato “non bisogna fare allarmismo e scatenare la caccia all’untore perché si arriverà al momento in cui i positivi non diranno chi sono stati i loro contatti diretti per evitare di essere tacciati di fare l’untore”. Poi un passaggio sul lockdown che sarebbe alle porte. “Il Molise è zona gialla ma va da se che presto diventerà arancione o rossa. Tutti sapevamo che ci sarebbe stata questa seconda ondata e che il contagio aumenta dove c’è mobilità delle persone come nel caso di Termoli anche considerando che il Molise è al centro tra Puglia e Abruzzo che sono arancioni ma non posso far pagare ai termolesi la colpa di un Governo nazionale che non ha saputo gestire l’emergenza e non ha saputo mettere mano a quei settori che dovevano essere potenziati. Come Provincia abbiamo speso 855mila euro di lavori per consentire la maggiore tranquillità per fruire del servizio scolastico – ha affermato Roberti – ed è tutto vanificato dalla incapacità di sapere organizzare a livello nazionale le problematiche del trasporto urbano ed extraurbano. Ci sono genitori che presi dalla paura stanno ritirando i figli dalla scuola elementare perché hanno affermato che sarebbero stati in grado di farli studiare anche a casa. Tutto questo ha dell’incredibile. Non si ha il coraggio di dire che bisogna fare un altro lockdown ma Natale lo si passerà in casa così come si è passato in casa anche Pasqua”. Non è mancato un passaggio sull’ospedale Covid a Larino. “Il problema non è aprire un ospedale Covid ma trovare il personale preparato per poterlo gestire e nel caso di Larino si sarebbe solo depotenziato il San Timoteo con lo spostamento del personale al Vietri”. E infine la tirata d’orecchie: “Dopo 9 mesi la colpa è di ognuno che non rispetta le regole, la media dei positivi a Termoli è tra i 45 e i 55 anni quindi di chi dovrebbe avere più buon senso che ci mette minor prudenza di fronte una situazione del genere. Le Usca già sono state messe in campo e hanno contattato tutte le persone per andarli a trovare e questa situazione a Termoli si mantiene con una condizione di salute diciamo accettabile”.
IN ALTO LA DIRETTA DELLA CONFERENZA STAMPA DEL SINDACO ROBERTI