GIULIO ROCCO
La nomina dei componenti del Corecom ha portato avanti, evidentemente, vecchi metodi, basandosi su logiche stantie. Scelte che ci lasciano interdetti come operatori del settore e che contestiamo senza mezzi termini. Diciamo subito che la nostra critica non è rivolta alle persone, stimabili, ma al metodo e al loro bagaglio d’esperienza. E’ inconcepibile che in un organismo di tale importanza, che tra le altre cose, effettua delicati controlli in materia elettorale e arbitrato, determinante per la crescita e la sussistenza dell’editoria molisana, non ci sia un operatore del settore. (LEGGI LA NOTA DI ASSOSTAMPA) E per operatore intendiamo un giornalista o un esperto di comunicazione. Niente. Persone scelte a caso per rispondere alle logiche spartitorie della vecchia politica. Delle quali il presidente Micone e l’intero consiglio regionale dovranno rispondere. Come se in sala operatoria, ad assistere un malato grave, tale è al momento il settore dell’editoria, ci fossero dei giornalisti. Facile intuire che il malato andrebbe incontro a morte certa. Per questo chiediamo un atto di responsabilità ai neo nominati, contro i quali – lo ribadiamo – non abbiamo assolutamente nulla, affinché possano fare un passo indietro dando le dimissioni. E preghiamo l’assise di compiere scelte assennate, perché ne va del futuro dell’informazione, che rappresenta uno dei cardini, lo ricordiamo ai più distratti, della Carta Costituzionale. Scelte che possano contemplare anche una continuità con la passata gestione del Corecom: l’esperienza sarebbe fondamentale ed utile a tutti. Agli altri operatori dell’informazione, invece, chiediamo di unirsi alla nostra battaglia: una lotta comune per difendere un baluardo (l’informazione) della democrazia.