Corecom, Santimone a Di Lucente: «Se sa qualcosa vada in Procura o taccia»

Il consigliere regionale: «Si tratta di tornaconto personale»

Come rappresentante dell’Ordine dei Giornalisti, nello specifico come consigliere nazionale, sono “costretto” a rispondere alla nota del consigliere regionale Di Lucente. Così il consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Cosimo Santimone commenta la posizione del consigliere regionale Andrea Di Lucente in merito alle nomine in seno al Corecom.

Una replica necessaria viste le gravissime accuse di Di Lucente, il quale ha gettato discredito sull’intera categoria, riducendo, sulla base di non sappiamo quali fantasiose congetture le nomine al Corecom ad un «tornaconto personale».

Di Lucente se conosce qualcosa che ignoriamo, da buon rappresentante della “cosa pubblica” faccia i nomi e vada in Procura, altrimenti taccia.

Sappiamo bene, signor Di Lucente, che come testualmente lei ha detto «non si tratta di pregiudicati e non sono figure scomode ma solamente professionisti…». Probabilmente, anzi sicuramente sono degli ottimi professionisti. Noi, come Ordine, non abbiamo espresso giudizi su questo aspetto e non abbiamo mai messo in dubbio la loro professionalità. Da parte nostra non c’è mai stata nessuna critica alle persone. Abbiamo, questo sì, criticato il metodo, il criterio di scelta. E lo faremo ancora. Sempre con rispetto, ma con grande determinazione.

Dicevano i latini “unicuique suum” che semplicemente vuol dire “a ciascuno il suo”: l’intera categoria che rappresento conosce bene le difficoltà di questo periodo storico. Non abbiamo bisogno di giudizi frettolosi di esperti dell’ultima ora.

Ripetiamo, mai come in questo momento, al Corecom, è necessaria la presenza di un giornalista o di un

esperto di comunicazione: c’era e c’è la necessità e probabilmente, come ho avuto modo di affermare nel  recente passato, “l’obbligo morale” di nominare all’interno del Corecom anche un appartenente alla categoria dei giornalisti.

Questa difesa, così violenta, da parte di una “politica” che alla vigilia delle elezioni si era presentata come il cambiamento col passato, ci getta nello sconforto come cittadini e come molisani, prima che come giornalisti. E tutto ciò non ha a che fare con la tutela degli interessi collettivi.

Di seguito, la nota del consigliere regionale Andrea Di Lucente sulla vicenda delle nomine al Corecom.

La vicenda delle nomine al Co.re.com sta sfuggendo di mano. Gli attacchi e la campagna denigratoria da più fronti che sta colpendo il presidente del consiglio Salvatore Micone è preoccupante, oltre che carica di un odio che non riesco a spiegarmi. Così il consigliere regionale Di Lucente.

Quale grave colpa può aver commesso? Ha scelto delle figure da nominare dopo un’attenta analisi e dopo aver valutato le singole candidature. Non si tratta di pregiudicati, non sono figure scomode ma solamente professionisti che vengono giudicati prima ancora di aver operato. È un processo preventivo a loro e al presidente Micone che non possiamo accettare. Diciamo piuttosto come stanno le cose: semplicemente qualcuno non ha gradito di non essere stato scelto a ricoprire quel ruolo. Tutto qui. Altro che battaglie di civilità e nell’interesse dell’informazione: è solamente tornaconto personale. A sostenere questo chiasso mediatico sulle nomine c’è pure un burattinaio all’interno della maggioranza che tira le fila di una crociata che, anche in questo caso, non è affatto nell’interesse dei cittadini. Ancora. Mi fa specie vedere come il deputato grillino Antonio Federico si stia prodigando per portare all’attenzione dei palazzi romani la piccola vicenda del Co.re.com molisano. Peccato che poi, sempre a Roma, abbia votato a favore delle misure che stanno affossando la stampa della sua regione: una schizofrenia politica che davvero non riusciamo a capire. Gradiremmo, invece, che aiutasse a sbloccare la questione del commissario ad acta per la sanità, visto che da cinque mesi siamo appesi a questo filo. Quella sarebbe una vera battaglia nell’interesse dei molisani.