Contrasto alla violenza sulle donne, sulla modifica della legge l’Auser chiede l’audizione delle parti in causa
L’Osservatorio Auser, che ha iniziato la sua attività in Molise nel novembre dello scorso anno, si è inserito nella vasta rete delle Associazioni Femminili e Femministe esistenti in Regione. Ha stabilito rapporti di collaborazione attiva con le rappresentanze femminili sindacali e con tutte le figure istituzionalmente preposte a garantire pari opportunità e ad attuare politiche per i generi.
Ha seguito da vicino i lavori della Commissione Pari Opportunità Regionale, resi particolarmente difficoltosi da una legge che non ne consente la piena operatività, di cui è stata chiesta invano una modifica migliorativa al Consiglio Regionale, in particolare alla sua componente femminile.
Si apprende adesso, dagli organi di stampa, che è in atto una modifica della Legge 15/2013, proprio quella sul Contrasto alla Violenza contro le donne, in parte resa necessaria dai cambiamenti della normativa nazionale, e in altra parte su proposta proveniente dal Consiglio Regionale.
Tutto ciò avviene, come apprendiamo dalle interviste rilasciate dalla consigliera Manzo, dopo il voto contrario espresso in IV Commissione, senza nessuna audizione: non sono state ascoltate le operatrici dei CAV operanti in Regione, non è stato ascoltato il Tavolo Tecnico che ha il compito di monitorare l’efficacia degli interventi e di programmare quelli futuri, non sono state ascoltate le Consigliere di Parità (Regionale e Provinciali), non è stata ascoltata la Garante dei Diritti, non sono state ascoltate le Rappresentanze Femminili delle Organizzazioni Sindacali, non sono state ascoltate le Associazioni Femminili e Femministe.
E’ stata totalmente ignorata la Commissione di Pari Opportunità Regionale, quella uscente, che pure ha tenuto proprio in Regione una conferenza stampa per la sua relazione di fine mandato, e quella entrante, ancora neppure insediata. L’Osservatorio Auser, ravvisando nell’iter seguito dalla proposta di modifica un metodo non inclusivo e sostanzialmente antidemocratico, si unisce alla richiesta già espressa da numerose rappresentanze femminili. Chiede al Presidente del Consiglio Regionale di rinviare la proposta di modifica alla IV Commissione, affinchè venga formulata dopo le indispensabili audizioni, come avviene in democrazia.