Confermata dalla Corte d’Appello di Napoli la sentenza di I grado del Tribunale di Benevento per l’attuale sub commissario regionale alla sanità del Molise in merito all’inchiesta sulla Asl del capoluogo sannita
Confermata dalla Corte di appello di Napoli la sentenza con la quale il Tribunale di Benevento, il 10 dicembre del 2020, aveva assolto, perchè il fatto non sussiste, le otto persone tirate in ballo dall’inchiesta sull’Asl. Una decisione, quella dei giudici sanniti, impugnata dal pm Assunta Tillo solo nei confronti di sei imputati. Si trattava dell’ex parlamentare Nunzia De Girolamo (avvocati Domenico Di Terlizzi e Giandomenico Caiazza), di Giacomo Papa, attuale sub commissario regionale alla sanità del Molise (avvocato Salvatore Verrillo), Luigi Barone (avvocato Vincenzo Sguera), collaboratori della deputata, dell’ex direttore generale Michele Rossi (avvocato Roberto Prozzo), di Felice Pisapia (avvocati Vincenzo Regardi e Claudio Botti), ex direttore amministrativo dell’Asl, e Arnaldo Falato (avvocato Mario Verrusio), ex responsabile budgeting.
Due le vicende al centro del ricorso del Pm: della prima, nella quale era stata ravvisata l’accusa di concussione (e turbativa di gara) contestata ai sei imputati, avrebbe fatto le spese Giovanni De Masi, dirigente dell’Unità Provveditorato, che sarebbe stato ‘invitato’ a sospendere quattro gare già bandite e prossime alla scadenza e a lasciare l’incarico ricoperto”.
L’altra storia – prospettava una tentata concussione a carico di De Girolamo e Rossi – ed era relativa al passaggio di gestione del bar del Fatebenefratelli dalla ditta ‘Mario Liguori srl’ a Giorgia Liguori, cugina dell’ex ministro. Il sostituto procuratore generale Paola Correra aveva chiesto sei condanne: in particolare, 6 anni per De Girolamo e Rossi per tentata concussione e concussione, 5 anni per Papa, Barone, Pisapia e Falato, per concussione.
Del tutto opposte, ovviamente, le conclusioni dei difensori, che avevano sollecitato la conferma dell’assoluzione dei loro assistiti, con argomenti evidentemente accolti dalla Corte, che l’ha ribadita dopo un giudizio di secondo grado iniziato nello scorso gennaio e scandito dalla rinnovazione del dibattimento. Questo pomeriggio, alle 17, la lettura del dispositivo.