Comunque vada, sarà un successo: salvo il “vitalizio” dei parlamentari molisani

Per maturare il diritto alla quota per tutti e cinque gli anni di legislatura, devono trascorrere 4 anni sei mesi e un giorno dal suo inizio e la data designata è proprio il 24 settembre, vigilia delle elezioni. Diversamente, avrebbero ottenuto la pensione solo se rieletti: cosa non scontata, considerando che il prossimo Parlamento avrà 345 seggi in meno
I soliti maligni hanno ipotizzato che la data delle elezioni sia stata scelta appositamente per permettere ai deputati e senatori al primo mandato di garantirsi i requisiti per il cosiddetto vitalizio che, in realtà, è una pensione che scatta al 65esimo anno di età. La regola prevede infatti la maturazione del diritto alla quota per tutti e cinque gli anni di legislatura allo scadere dei 4 anni, sei mesi e un giorno dal suo inizio. La data designata cade quindi il 24 settembre, esattamente un giorno prima delle elezioni politiche.
In realtà, i parlamentari l’avrebbero maturata in ogni caso perché all’articolo 61 la Costituzione prevede che “finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti”. Quindi, i parlamentari eletti nella legislatura attuale, saranno in carica fino a metà ottobre. Perciò, anche votando prima del 25 settembre, le pensioni dei parlamentari sarebbero state salve.
Deputati e senatori eletti per la prima volta, a 65 anni potranno ricevere la pensione da parlamentari: in questa legislatura sono oltre due terzi del totale e sono compresi tutti quelli molisani: i deputati Antonio Federico (M5S), Rosalba Testamento (gruppo Misto), Giuseppina Occhionero (Italia Viva) e Annaelsa Tartaglione (Forza Italia) e i senatori Fabrizio Ortis (gruppo Misto) e Luigi Di Marzio (gruppo Misto). Dunque, per una manciata di giorni tutti loro avranno la pensione salva. Diversamente, avrebbero ottenuto la pensione solo se rieletti: cosa non scontata, dato che il prossimo Parlamento cambierà composizione e avrà 345 seggi in meno.