Coltivatori esasperati per i danni causati dai cinghiali: “Così non si può più fare agricoltura” (IL VIDEO)
Distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi, causano incidenti stradali e si spingono fino all’interno dei centri urbani dove razzolano tra i rifiuti con pericoli per la salute e la sicurezza delle persone. L’emergenza legata all’eccessiva proliferazione dei cinghiali sul territorio molisano sembra non avere fine.
L’ultima testimonianza (filmata) arriva da un agricoltore di Petrella Tifernina che, a bordo della sua mietitrebbia, mentre era intento a trebbiare il favino si è accorto che i cinghiali – “accampati” non molto lontano dal suo terreno – si erano portati avanti con il lavoro. “Non c’è rimasto nemmeno il 30% – ha affermato sconsolato –. Così non si può più fare agricoltura”. Servono, dunque, provvedimenti e azioni incisive come è successo in Liguria. Qui la Regione ha presentato il piano straordinario di contenimento dell’emergenza cinghiali mettendo in atto azioni incisive di contenimento del numero degli ungulati, in armonia con le indicazioni di sanità derivanti dal contrasto e dalla lotta alla peste suina africana. In altre parole: dalla prossima settimana i cinghiali saranno abbattuti ed è stata ribadita al governo nazionale di la necessità di estendere di due mesi il calendario venatorio per la caccia al cinghiale, modificando così il vetusto articolo 18 della legge 157 del 1992, materia esclusiva dello Stato e quindi non derogabile alle Regioni. Un esempio che potrebbe essere illuminante. Anche per il Molise.