Colloqui senza sbarre, al carcere di Isernia i detenuti riabbracciano i figli
Diciannove minori hanno trascorso diverse ore insieme ai padri in spazi a misura di bimbo allestiti all’interno della struttura
Occhi negli occhi, come troppe poche volte accade quando si è costretti a scontare una pena detentiva. Ma il calore, l’affetto e l’emozione di riabbracciare i propri figli danno un senso al percorso riabilitativo che si sta affrontando. Questa mattina, presso la casa circondariale di Isernia, si sono tenuti i cosiddetti colloqui senza sbarre, organizzati per la terza volta dalla Pastorale Carceraria della Diocesi di Isernia-Venafro. Circa una decina di reclusi hanno avuto la possibilità di trascorrere delle ore in compagnia delle proprie famiglie nel teatro intramurario. I volontari dell’organismo pastorale, con l’aiuto dei ragazzi dell’Azione Cattolica, hanno allestito una piccola sala ricreativa dove 19 minori, figli dei partecipanti, hanno trascorso momenti di autentica serenità tra dolci, disegni, giochi e condivisione fraterna. È comprovato ormai, che momenti come questi riescono a salvaguardare, anche se in parte, quelle emozioni come l’affettività e la genitorialità spesso minate nelle dinamiche carcerarie. Per un figlio infatti incontrare il proprio padre in un ambiente protetto e a misura di bambino, vuol dire sentirsi più vicino al genitore. Un incontro che i minori vivono in maniera serena e spensierata. Tali eventi permettono alle famiglie con minori di poter passare il tempo del colloquio in maniera più serena e “familiare” favorendo così, il risorgere e il crescere dei legami affettivi più autentici, gli unici capaci di salvare adulti e bambini. Al termine della giornata, i detenuti si sono detti felici di aver vissuto un esperienza così umana in un luogo disumano come spesso può divenire un istituto di pena. Per questo la Pastorale Carceraria, in concertazione con la Direzione della Casa Circondariale di Isernia ha già in previsione ulteriori appuntamenti simili, con la consapevolezza che attraverso questi momenti si fa strada quella motivazione capace di poter condurre un uomo al vero cambiamento del cuore, l’unico capace di garantire un consapevole reinserimento nella società civile.