Cocaina sulla costa molisana, prime scarcerazioni del Riesame

Per due dei soggetti indagati il collegio presieduto dal giudice Di Dedda ha disposto il trasferimento ai domiciliari. Obbligo di dimora per una delle donne coinvolte nel blitz: soddisfatta la difesa rappresentata dai legali Tolesino, Sabusco e Cristofaro

Operazione contro lo spaccio sulla costa molisana. Prime decisioni del Tribunale del Riesame che, questa mattina giovedì 20 ottobre, ha discusso le richieste presentate dai legali di un gruppo di soggetti indagati.

Uno di loro, difeso dagli avvocati Tolesino e Sabusco, è stato trasferito dal carcere di via Cavour ai domiciliari. Per una delle donne coinvolte, invece, il collegio presieduto dal giudice Di Dedda, ha concesso l’attenuazione della misura: dai domiciliari all’obbligo di dimora. Anche lei è difesa da Tolesino e Sabusco.

Trasferimento ai domiciliari anche per un altro dei soggetti finiti nella rete dei Carabinieri (i cui interessi sono curati dall’avvocato Nicolino Cristofaro).

L’OPERAZIONE ANTIDROGA

Secondo quanto ricostruito dal Procuratore distrettuale antimafia del Molise, Nicola D’Angelo che ha delegato le indagini ai Carabinieri di Campobasso agli ordini del Colonnello Luigi Dellegrazie, l’attività investigativa pare sia nata da un sequestro di 800 grammi di eroina a San Martino in Pensilis, coordinata dalla Procura di Campobasso, e condotta dal Nucleo Investigativo del reparto operativo del comando provinciale dei carabinieri, che “ha permesso di evidenziare – così come è stato affermato durante la conferenza stampa – come dietro ad una importante escalation del consumo di cocaina ed hashish sul territorio, vi fosse un pericoloso sodalizio composto da pregiudicati sanseveresi e molisani che, avvalendosi del supporto di elementi della criminalità foggiana per il rifornimento della sostanza stupefacente, ha aggredito con sistematicità e profondo radicamento la zona della fascia costiera molisana, estendendosi capillarmente nell’entroterra della provincia di Campobasso”.

Sede dell’associazione era Campomarino Lido dove si trovava l’abitazione del principale indagato, “un incensurato sanseverese da molti anni residente in Molise, il quale, con la collaborazione dei familiari, operava sia il confezionamento delle dosi per lo spaccio al dettaglio, sia la selezione dei quantitativi destinati al rifornimento di altre basi di spaccio, individuate a Termoli, Guglionesi, Sant’Elia a Pianisi e nella stessa Campomarino, tutte gestite dai suoi fidati e stretti collaboratori, anche loro inquadrati tra le fila del sodalizio.

Basi dello spaccio – hanno affermato gli inquirenti – erano sia gli appartamenti in uso agli indagati, sia alcuni esercizi pubblici della costa, deputati all’incontro con gli acquirenti e stabiliti come luoghi di ritrovo per gli stessi indagati. In particolare nel corso dell’indagine, in conseguenza di un arresto in flagranza di reato, venivano sequestrati cocaina ed hashish presso un noto locale di Guglionesi, all’interno del quale veniva svolta attività di spaccio per conto della stessa associazione”.

La droga, stando alle risultanze investigative dei carabinieri, proveniva da San Severo e l’approvvigionamento avveniva con staffette, servizi di vedetta e scorte ai corrieri “i quali viaggiavano sulle strade statali che collegano la Puglia con il Molise con comuni autovetture, a volte appositamente preparate per l’individuazione, negli abitacoli, di intercapedini e alloggiamenti per nascondere lo stupefacente.