Chi decide per il Centro Storico di Campobasso?

di Sergio Genovese

Ci sono molti residenti che con la passione epidermica  di vivere nelle case calde ( la temperatura non c’entra)  del Centro Storico, con la voglia di respirare il profumo del passato che si esalta con un pozzo nell’androne o con un portale  del settecento, cominciano ad avvertire il fastidio di una scelta che stimola sentimenti di pentimento. Eppure molte case sono state ristrutturate con investimenti copiosi che hanno dato più lustro e più decoro alla zona storica. I pentimenti sono generati dal fatto che molte attività commerciali sono atterrate nei vicoli stretti del borgo con nostra grande soddisfazione ma quell’afflato che doveva nascere tra esercenti e residenti non è mai decollato. Di notte gli avventori alticci di qualsiasi “energetico” utile a far perdere  il controllo di se stessi, impazzano senza avere un minimo di inibizione e di rispetto per gli altri. Da alcuni locali fuoriesce musica hard per cui, con la soddisfazione  di chi la propone, i solai delle case circostanti ballano a volte fino alle luci dell’alba. Naturalmente le scorribande lasciano i segni della inciviltà poiché  i portoni e gli  angoli delle case antiche sono riempiti di bottiglie, vomito e per ogni  altro gusto, tracce di urina. Questo succede di notte, di giorno invece è costante la performance di qualche residente che autoproclamatosi il padrone del centro storico, urla, bestemmia, regola il traffico e fa spettacolo. Il lettore attento potrà capire che chi ha deciso di fare una scelta emotiva abitando nelle vecchie proprietà dei Monforte, trascorre le sue giornate in tensione poiché quel piacere di uscire di casa per attraversare  l’uscio del vecchio Tribunale o del magico Palazzo Cannavina  è venuto meno   per motivazioni che l’intelligenza umana ma soprattutto il senso civico, avrebbero dovuto inibire. Diciamo anche, con grande franchezza, che i controlli invocati e sempre promessi sono rimasti come la tela di Penelope,  di notte è il caso di dirlo, tutto viene disfatto  senza cogliere mai un risultato. Per essere più chiari ogni volta che vengono coinvolte le forze dell’ordine se il denunciante non fa attenzione finisce per diventare il carnefice e non la vittima. E’ mai possibile che nel Centro storico di Campobasso non debba vincere la civiltà? E’ mai possibile che si debbano trovare sempre giustificazioni per tollerare chi offende e disinteressarsi di chi subisce. Le cose non dovrebbero andare proprio cosi, l’habitat si sarebbe immaginato diverso perché nei tempi che furono le piazze della città vecchia vivevano e pulsavano di rispetto reciproco. Oggi il quadro è palesemente inquinato ma vale ricordare che un tempo le stradine del borgo erano piene di cantine dove il vino si consumava a fiumi seppur discretamente annacquato. I frequentatori barcollando tornavano a casa quasi nella vergogna di farsi trovare brilli oggi invece è diventata una medaglia di cui inorgoglirsi. Rimane da capire, però, chi è che  decide le azioni utili alla vita del borgo. Il dubbio è se funziona la istituzione o se chi si alza prima si veste. . .