Centrodestra tra tavoli regionali e summit (locali) con le civiche

A Termoli nasce un nuovo coordinamento «perché dobbiamo unire tutto il civismo che qui è morto forte»

REDAZIONE TERMOLI

Un primo tavolo a livello regionale dove i responsabili dei partiti stanno cercando di trovare la quadra rispetto a formazioni, alleanze e candidati sindaci. Un secondo tavolo a Termoli dove, invece, «si sta iniziando un discorso diverso, un discorso che guardi più al civismo che, necessariamente deve andare di pari passo con il ruolo dei partiti». E sotto la lente ci va a finire la domanda principale: come sarà scelto il candidato sindaco a Termoli (e di conseguenza anche a Campobasso)? Per Antonio Saia, del coordinamento Termoli nel Futuro, la risposta era chiara già qualche giorno fa quando il movimento civico in appoggio a Tony Spezzano ha diramato un comunicato nel quale, in buona sostanza, si mettevano in evidenza le difficoltà di Termoli perché derivanti da quelle di Campobasso. «Quello che abbiamo capito sino ad ora e possiamo sinteticamente riepilogare è che, nel centrodestra fin quando non si scioglie il nodo di Campobasso, a Termoli si tiene tutto bloccato. Nel frattempo si accavallano i nomi, sempre più numerosi, che dovrebbero essere “analizzati”, non si capisce con quale metodo, tempistica e competenze, da rappresentanti non termolesi». Una disamina che apriva alla candidatura dello stesso Spezzano, «la nostra persona giusta. Ecco perché vogliamo rompere gli indugi». E mentre i nomi si rincorrono alla velocità della luce (oltre a quello di Spezzano, Fratelli d’Italia ha ufficializzato la sua predilezione per Silvana Ciciola mentre ancora circola il nome di Antonio D’Aimmo come il più “benvoluto” a livello regionale), la coalizione pare ancora brancolare nel buio mentre si rincorrono tavoli e incontri più o meno ufficiali, l’ultimo dei quali si è tenuto proprio a Termoli dove si è costituito un nuovo coordinamento locale al quale hanno preso parte Direzione Italia e Fratelli d’Italia rispettivamente con Antonio Di Brino, Franco Baccari, Maurizio Pangia e Luciano Paduano, a cui si sono unite tutte (o quasi) le civiche: assente Termoli nel Futuro, erano invece presenti Forza Termoli con Fernanda De Guglielmo, Prima Molise con Elio Scutti e Anacleto Monti e Prima Termoli con Nico Tanassi e Christian Zaami, oltre a Siamo Termoli di Nico Balice e Gennaro Petrella. «Il centrodestra non è nel caos – ha affermato Antonio Di Brino – la coalizione si è già riunita con due tavoli regionali e il tavolo dovrà essere aggiornato ma c’è un’azione che tende a mettere insieme non solo i partiti del centrodestra ma anche le altre possibili liste civiche che si stanno costituendo per fare un tutt’uno per cercare di fronteggiare alle prossime elezioni amministrative sia i 5Stelle che il centrosinistra». Una operazione, quella che Di Brino sta portando avanti a Termoli che vorrebbe essere di spunto per il resto della regione: «stiamo facendo un modello di organizzazione che spero venga imitato anche a Campobasso per mettere insieme tutte le forze e trovare la sintesi non solo all’interno dei partiti del centrodestra ma anche dei movimenti civici che rappresentano una grande forza del panorama termolese». Perché se c’è una certezza in un momento di incertezza totale della politica è che i partiti “tradizionali” da soli (almeno per quello che riguarda le elezioni amministrative) non possono fare la differenza. «Ci rendiamo conto che c’è l’esigenza di tante persone che vogliono rappresentare la città ma che non vogliono stare nei partiti. Ecco perché dobbiamo cercare di mettere insieme tutto il civismo per vincere questa competizione elettorale», ha proseguito Di Brino in una sorta di concetto che sta diventando il “minimo comun denominatore” nel solo del centrodestra ma anche del centrosinistra (non da ultimo l’appello dell’ex parlamentare Laura Venittelli a «non dimenticarsi delle civiche») e perfino del MoVimento 5Stelle che proprio in questi giorni inizierà la discussione per valutare la possibilità di una coalizione con le civiche. Un passaggio, però, che pare non “spaventare” Di Brino: «Io sono nato in Francia e sono un estimatore di Rousseau ma non credo nella piattaforma e in questa apertura alle liste civiche anche perché i 5Stelle devono spiegare ai componenti di quelle liste perché non possono candidarsi con loro in quanto hanno avuto, eventualmente, delle esperienze in altri partiti ma possono candidarsi nelle civiche e portare acqua al loro mulino. E’ un modo strano di comportamento quello che hanno i 5Stelle. Il MoVimento – ha concluso Di Brino – aveva possibilità piene di successo fino a qualche mese fa, adesso inizia a segnare il passo. Ed ecco perché un centrodestra unito e coalizzato credo possa vincere queste elezioni amministrative».