Caso Sticca, Di Michele esce allo scoperto: «Per me e i miei colleghi un decreto di archiviazione perché “il fatto non sussiste”»
Ha anticipato i tempi l’ispettore capo della Polizia Penitenziaria di Larino nonché consigliere comunale di Termoli, Nick Di Michele, sottraendo a possibili speculazioni mediatiche – da parte di «qualche giornalista in cerca di scoop» come da lui stesso definito – la vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto 3 anni fa. Lo ha fatto chiarendo la sua posizione e quella degli altri quattro agenti coinvolti, e soprattutto mostrando, in maniera chiara e inequivocabile i contenuti di un “decreto di archiviazione”.
“Il fatto non sussiste”, questo in definitiva l’esito del procedimento penale relativo all’inchiesta avviata dalla Procura di Larino, che proprio in quegli anni iscrisse i cinque agenti di Polizia penitenziaria nel registro degli indagati. A seguito del decesso, il 10 settembre del 2015, al di un detenuto di Campomarino al Cardarelli di Campobasso. L’uomo morto, Carlo Sticca, 56 anni venne arrestato a Campomarino un mese prima del decesso per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. A seguito dell’arresto l’uom ovenne tradotto in carcere, prima a Larino, dove rimase per 10 giorni, fino al 20 agosto, e poi presso l’istituto di pena di Campobasso. Proprio durante il periodo trascorso nella cella del centro molisano, secondo fonti carcerarie, fu portato tre volte in ospedale, al San Timoteo di Termoli, per problemi collegati al diabete e ad una cardiopatia dilatativa. Cure in ospedale che si sono ripetute poi anche durante la permanenza nel capoluogo. Proprio per far chiarezza su quanto accaduto la Procura Frentana aprì un fascicolo d’inchiesta. «Un atto dovuto» come confermato dall’allora Procuratore, dottor Ludovico Vaccaro.
«Ci sono delle persone indagate – dichiarò in quell’occasione – ma è un atto dovuto in quanto bisognava mettere tali persone in condizioni di partecipare all’autopsia. Attendiamo gli esiti dell’esame autoptico. Attualmente non sappiamo ancora nulla». A chiarire ogni possibile dubbio quanto affermato da Nick di Michele nelle scorse ore. « il G.I.P. del Tribunale di Larino il 31 gennaio 2017, quindi circa 2 anni fa, ha emesso un decreto di archiviazione, perché “il fatto non sussiste”. Non abbiamo ritenuto di rendere pubblica la questione, semplicemente perché abbiamo sempre creduto nella nostra piena innocenza e ancor di più, perche abbiamo sempre riposto piena fiducia nella magistratura, inquirente e requirente. Ci sembrava, per cui, superfluo, pubblicizzare un fatto, che comunque ci ha restituito tranquillità, dignità e gioia per continuare il nostro lavoro.