E’ arrivata a stretto giro di posta la replica del sindaco di Oratino, Roberto De Socio, alle polemiche innescate dalla minoranza sulla questione ripetitore. Di seguito la replica del primo cittadino. «Difficile replicare a una minoranza che rincorre solo la politica politicante e non riesce ad esprimere una sola proposta costruttiva, dimenticando, anzi travisando i fatti, mistificando la realtà e parlando a vanvera di “condanne definitive”, patibolo” e analoghe scempiaggini. E allora non mi resta che prendere in prestito le parole del Presidente De Luca, che ha citato il filosofo Bacone: “la stupidità non è un argomento” .
A beneficio dei cittadini e di una corretta e veritiera informazione chiarisco che non c’è nessuna sentenza definitiva, perché al momento il Tar ha solo respinto la domanda cautelare, rilevando che il Comitato ricorrente non ha offerto in giudizio una prova “adeguata” della irreparabilità del danno lamentato. Nulla invece è stato anticipato con riferimento al merito, cosicché l’esito finale è aperto e nulla è pregiudicato. Se ne riparlerà nelle prossime ore davanti al Consiglio di Stato, se il Comitato deciderà di proporre appello cautelare, oppure al Tar Molise nella sede di merito. Fino ad allora nulla è compromesso, e se la ditta deciderà di avviare i lavori nelle more della sentenza di merito lo farà a proprio rischio e pericolo, fermo restando che in caso di annullamento da parte del Tar le opere eventualmente realizzate dovranno essere rimosse con oneri a carico della ditta e senza pregiudizio per il Comune e i cittadini.
La minoranza si lamenta che questa vicenda “non sarebbe dovuta arrivare davanti al Tribunale”, dimenticando o forse proprio ignorando che l’autorizzazione è un provvedimento tecnico rilasciato dall’Ufficio Tecnico, non un atto politico: e infatti è stato adottato dal funzionario comunale, previa acquisizione dei pareri di Arpa e Soprintendenza, nonostante la contrarietà del Sindaco, della Giunta e del Consiglio, che su tali procedure non hanno alcuna voce in capitolo.
Lo abbiamo spiegato alla minoranza almeno 5 volte, sia in Consiglio comunale, sia nei dibattiti ma a quanto pare non c’è niente da fare: a questo punto mi chiedo se ci sono o ci fanno.
Gli organi politici non possono intromettersi nelle funzioni che la legge attribuisce ai dirigenti. Strano che il principio di separazione tra politica e amministrazione continui a sfuggire anche a chi, per cinque anni, ha svolto persino la carica di Sindaco, con i risultati penosi che tutti abbiamo visto, non a caso sonoramente bocciati dall’elettorato.
Io, la Giunta e il Consiglio abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare nel rispetto della legge e dei ruoli reciproci previsti dalla legge: abbiamo formalizzato i dubbi di legittimità e di merito sugli atti del funzionario, approvando le delibere consiliari di invito al Responsabile dell’Ufficio ad annullare e/o revocare l’autorizzazione in autotutela. Non solo: la Giunta ha incaricato l’avvocato amministrativista Massimo Romano per rappresentare l’Ente nel giudizio proposto davanti al Tar dal Comitato e da alcuni cittadini per l’annullamento dell’atto. Contrariamente a quanto affermato dalla minoranza, non abbiamo proposto nessun “discutibile e anomalo ricorso in giudizio”, bensì rispettato rigorosamente la volontà espressa dal Consiglio comunale all’unanimità, compresa la minoranza, e dai cittadini, rappresentando anche in sede giurisdizionale le ragioni giuridiche e di merito di netta contrarietà all’installazione dell’antenna. Possibile che neppure questo abbia capito e condiviso la minoranza? Ci accusano di inerzia e si lamentano degli atti concreti che abbiamo assunto e che continueremo a varare nell’interesse della comunità oratinese. La malafede non ha limiti e spiace davvero dover constatare che invece di offrire contributi e proposte costruttive facciano solo becera politica politicante. Se hanno soluzioni da proporre sono sempre ben accette, altrimenti per quanto mi riguarda considero una perdita di tempo rispondere a chi fa solo polemica da quattro soldi ed uno squallido sciacallaggio politico!».