Prosegue il dibattimento sui presunti abusi sessuali subiti dall’allora minorenne Giada Vitale. Dopo la prima udienza svoltasi il 19 dicembre scorso proseguirà domani, al Tribunale di Larino, il dibattimento in merito ai presunti abusi sessuali perpetrati per quattro anni dell’allora parroco di Portocannone, don Marino Genova, nei confronti dell’allora minorenne Giada Vitale. Secondo quanto sostenuto dall’accusa i contorni di questa torbida vicenda cominciarono a delinearsi a partire dal 2009, quando Giada, allora tredicenne, a seguito della perdita del padre, cominciò a frequentare la parrocchia di Portocannone, paesino nel quale vive. Proprio qui avrebbe appunto ricevuto le ‘particolari attenzioni’ del parroco del centro molisano, sino al 2013, anno in cui Giada decise di portare alla luce il tutto denunciando la vicenda alle forze dell’ordine. Da lì parrti la fase giudiziaria, con la Procura che decide, durante le indagini, di dividere la vicenda in due procedimenti, l’uno relativo agli abusi commessi dal parroco sulla minore fino al compimento dei 14 anni, l’altro relativo agli abusi commessi sulla minore dopo il compimento dei 14 anni. E come si ricorderà proprio questa parte, ovvero il procedimento relativo agli abusi compiuti sulla minore ultraquattordicenne è stato già archiviato, perchè si ritiene che Giada Vitale avesse prestato consenso agli atti sessuali, mentre è tuttora in corso il procedimento relativo agli abusi commessi sulla minore fino ai 14 anni. Così, dopo l’udienza di dicembre in cui è stata portata in aula la ricostruzione della stessa Giada in qualità di testimone e quella di altri due testi su un totale di otto che sarebbero dovuti essere ascoltati ma che non si sono presentati, oggi si celebra l’udienza di istruttoria dibattimentale, volta a provare il reato di atti sessuali con minorenne. Una giornata particolare visto che al fianco dell’oggi ventunenne Giada non ci saranno solo i suoi legali, ma anche i rappresentanti dell’associazione Donatella Tellini dell’Aquila, dell’associazione Rising- Pari in Genere di Roma e dell’associazione Ananke di Pescara, all’interno delle quali sono attivi i Centri Antiviolenza per le Donne, che hanno deciso di accogliere la richiesta inviatagli dalla stessa Giada Vitale. “Giada Vitale – scrivono i rappresentanti delle associazioni – ha deciso di contattare il Centro Antiviolenza per le Donne dell’Aquila per chiedere che il Centro sia presente all’udienza per essere sostenuta, soprattutto nella lotta intrapresa per far riaprire l’altro procedimento penale. La richiesta di Giada è significativa, perché fa risaltare il ruolo politico dei Centri Antiviolenza per le Donne, ruolo svolto quotidianamente nell’attività di contrasto della violenza maschile, dentro la consapevolezza che la violenza degli uomini ci riguarda tutte. Il Centro Antiviolenza per le Donne dell’Aquila ha prenotato un pullman a proprie spese e quindici operatrici saranno presenti all’udienza che si svolgerà presso il Tribunale di Larino, mercoledì 15 marzo 2017 alle ore 14,30, per ribadire che siamo indignate, perchè lo stupro di una donna riguarda tutte noi e tocca ciascuna di noi in profondità. Ci saremo per rivendicare il diritto intangibile a vivere libere dalla violenza degli uomini”.