Carmelo Di Lella torna a dipingere dopo l’incontro con il suo “angelo custode”
E’ la storia di un ritorno alla vita di uomo e di artista. Il pittore Carmelo Di Lella, dopo un lungo periodo in un letto d’ospedale, fa risplendere i suoi colori grazie alla fiducia riposta in chi lo ha curato
La piazzetta di Termoli, comunemente conosciuta come piazzetta Marconi, nella giornata di domenica 26 luglio si è illuminata di colori. I colori dei 21 dipinti dell’artista pugliese Carmelo Di Lella. Un evento culturale fortemente voluto dal bar Rossini, con la collaborazione dell’amministrazione comunale di Termoli. La proposta è stata di un giovane fisioterapista che vive a Termoli, Michele Annese. Una produzione metafisica di grande impatto e che inonda lo spettatore di un profondo significato. Carmelo spesso raffigura il suo “angelo custode”. E la sua storia è significativa. Emozionante.
Carmelo Di Lella è un affermato pittore pugliese. Autore di opere di spessore. Ma pochi anni fa, nella sua vita, si imbatte in difficoltà fisiche importanti che lo allontanano per un po’ dalla pittura e anche dalla semplice quotidianità. Sembra un addio. Invece no. Nel suo cammino, soprattutto in una prima fase, in un letto d’ospedale incontra un giovane fisioterapista, proprio Michele Annese. In lui riesce a riporre la fiducia. Quella giusta. E nella clinica Madonna della Libera di Rodi Garganico ritorna a vivere. Grazie ai colori, alle forme, ai pennelli e alle tele, grazie però, e in primis, alla fiducia riposta in Michele, che è lì a tendergli la mano per aiutarlo. Carmelo Di Lella torna a vivere, supera i suoi problemi con sacrificio e dedizione trovando forza nell’amicizia e nell’Arte. E in quei dipinti, quel suo “angelo” Michele c’è sempre. O quasi.
L’arte del pittore Carmelo Di Lella lancia un messaggio positivo, un messaggio d’amore e di speranza. Di Lella, che nel frattempo è seguito da altri fisioterapisti, produce quadri ogni giorno. I 21 in mostra a Termoli, sono solo gli ultimi, una produzione di 2 mesi. E’ l’arte che trionfa: la stessa che gli è rimasta sempre vicino e fedele, quella che ha bisogno di lui per esistere, quella che è vita per lui.
Il suo tratto si fa sempre più preciso tornando quasi allo splendore di prima. Questi quadri simboleggiano la sua lotta e la sua vittoria.
“Dopo una lunga esperienza, che mi ha portato in ospedale, ho ripreso a dipingere. Questi sono per rappresentare gli angeli caduti, angeli che non hanno più la possibilità di volare. Che poi piano piano – ci dice un Di Lella emozionato – riprendono le loro ali e hanno la capacità di risorgere”.