Carceri: Molise seconda regione in Italia per sovraffollamento

Il sindacalista Montesano: «Confermiamo lo stato di agitazione con manifestazioni pubbliche di protesta»

Il Molise è la seconda regione in Italia (al primo posto la Puglia) per sovraffollamento nelle carceri. A dare la notizia è il Segretario Generale Aggiunto  dell’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) Pasquale Montesano  che aggiunge: «In costante crescita il numero dei detenuti nelle carceri italiane: al 30 novembre 2019 erano infatti 61.174, circa 1.500 in più della fine del 2018 , un aumento su cui non pesano gli stranieri che, sia in termini assoluti che percentuali, sono diminuiti rispetto allo scorso anno tuttavia, ci sono istituti dove le cose vanno sempre peggio.  In generale, al momento, la regione più affollata è la Puglia, con un tasso del 159,2% (il 165,8% se consideriamo i posti conteggiati ma non disponibili), seguita dal Molise e dal Friuli Venezia Giulia. Ancora una volta – continua – dobbiamo constatare e denunciare come, a fronte del Sovraffollamento della popolazione detenuta che e un dato incontrovertibile, per la Polizia Penitenziaria nulla e stato fatto da anni per la gravissima carenza negli organici, la fatiscenza delle strutture, la mancanza di strumenti atti a contrastare gli eventi critici, la mancanza di mezzi di vestiario, insomma una situazione sull’orlo di un precipizio senza precedenti. Per questi motivi, con l’auspicio che questo nuovo anno possa costituire per la politica di governo elemento di risolutivi interventi, sin d’ora confermiamo lo stato di agitazione della Polizia Penitenziaria della regione Puglia e Molise con manifestazioni pubbliche di protesta e non solo. Il nostro plauso – conclude Montesano – continua  ad andare agli uomini e donne della Polizia Penitenziaria in servizio presso le strutture territoriali, i quali con dedizione professionalità ed accortezza con senso di appartenenza ed elevato spirito di sacrificio  evitano, nonostante il gravissimo stato, maggiori e più gravi conseguenze non senza difficoltà, continuando a garantire uno standard di ordine di sicurezza che costituiscono condizione imprescindibile per il proficuo lavoro di tutti gli operatori penitenziari».