Don Francesco Martino, parroco di Belmonte e del San
Francesco Caracciolo, parla di segnali positivi per l’ospedale di Agnone grazie
alle novità emerse dal Patto per la Salute.
“Forse l’anno 2020 non sarà l’anno della fine del Caracciolo
– afferma don Francesco- ma avrà segni di speranza. Sembrerebbe che la norma
prevista dal Patto della Salute che consente a tutti i medici, quindi anche ai
Primari, che hanno superato i 40 anni di servizio di poter rimanere fino al
70esimo anno di età sia stato già recepito nel contratto della Dirigenza Medica
firmato ultimamente. Questo significherebbe che il nostro stimato primario
della Medicina Interna, Dott. Giovanni Di Nucci, potrebbe non andare in
pensione il 26 gennaio, ma rimanere in servizio. Essendo stato espletato il
concorso per il reparto, con 4 idonei, di cui 2 da assumere immediatamente,
subito si tornerebbe ad un organico di 4 medici, che potrebbero però divenire 6
se tutti i professionisti, venuti a cadere i limiti imposti nel 2004 già con il
decreto Calabria ed ora con il Patto della Salute, fossero tutti assunti
garantendo così la piena funzionalità del Reparto, cosa possibile per motivi di
emergenza della situazione. La seconda fortuna è il cambio di passo imposto
all’Asrem dalla Commissario Scafarto, che sta affrontando quotidianamente e con
una certa rapidità, inimmaginabile con la precedente gestione lenta ed
inconcludente, i problemi dei presidi sanitari: si potrebbe indire un concorso
per rimettere al sicuro la Rete Dialitica, e quindi anche il nostro centro
Dialisi e anche tutti quelli della Regione, se almeno, invece dei 22 posti in
pianta organica, si garantisse 5 nefrologi per Agnone-Isernia-Venafro, 5 per
Termoli-Larino, 7 medici + il primario per Campobasso : tenendo presente che
quest’anno andranno in pensione 2 nefrologi, in servizio, in tutta la Regione,
ne rimangono 13, per cui basterebbe bandire un concorso a tempo indeterminato
per 5 posti: ciò è di vitale importanza per dare serenità, possibilità di fare
le ferie, organizzare il lavoro secondo le direttive europee, garantirsi dal
burn out, a tutto il personale medico, soprattutto ridurre tensioni inutili e
conflitti con i pazienti e tra il personale, che purtroppo si subiscono insieme
perché siamo come una famiglia, ma soprattutto lavorare serenamente ed in clima
disteso qui ed in tutti i centri. Lo segnaleremo: intanto, questi possono già
essere 2 passi avanti per riacquistare fiducia e speranza. C’è poi il concorso
per i medici di emergenza urgenza da cui potrebbe arrivare altra nuova positiva…
Buon Anno!”.