Campagne di ricerche archeologiche a Gambatesa

Si è appena conclusa la prima campagna di ricerche archeologiche nel territorio comunale di Gambatesa effettuata tra agosto e settembre 2020 da un’equipe del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Napoli Federico II sotto la direzione sapiente ed esperta del Professor Alessandro Naso, ordinario di Etruscologia e Antichità Italiche in quell’ateneo. L’indagine sul territorio, autorizzata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise, è stata sostenuta dalla locale amministrazione comunale e con sostegno della parrocchia di Pietracatella, che ha concesso l’uso dell’accogliente ostello. «La ricerca, inserita in un progetto pluriennale dedicato all’intera valle del Fortore è tesa, come espone il prof Naso, all’elaborazione della carta archeologica di questo settore geografico tramite ricerche di superficie. A conclusione del proprio ciclo di vita i resti delle strutture edificate dalla frequentazione umana, siano esse una capanna preistorica, una sepoltura pre-romana, una strada romana o una fortificazione medievale, formano infatti accumuli di materiali, costituiti dai residui dei muri e delle suppellettili, che vengono naturalmente sepolti nel corso del tempo dalla sedimentazione dei terreni. Successive attività come l’erosione degli agenti atmosferici, i lavori agricoli e i movimenti di terra, intaccano questi accumuli e fanno affiorare in superficie parte dei resti sepolti, che divengono quindi parte integrante di un territorio in continua evoluzione. Ogni affioramento di reperti sul terreno, purché non sia frutto di accumuli recenti, riflette quanto è sepolto nel suolo: una precisa e accurata ricognizione della superficie permette quindi di documentare i resti non visibili». Ogni ritrovamento, spiega l’esperto alla guida dell’equipe,- viene localizzato tramite un apparecchio GPS (Global Positioning System), e le coordinate geografiche riversate in un GIS (Geographic Information System), che garantiscono posizionamenti di precisione assoluta-. Le indagini condotte in superficie, concentrate per lo più sui campi arati ma effettuate su tutti i tipi di terreno, intendono verificare la presenza di resti affioranti, costituiti da numerosi materiali, con la netta prevalenza della ceramica e di materiali edilizi. La ceramica accompagna infatti la storia dell’umanità dal sesto millennio a.C. (neolitico o età della pietra nuova) ai giorni nostri con una continua evoluzione di forme e tecniche di realizzazione, che ne fanno l’indicatore più diffuso e affidabile per studiare le tracce dell’uomo e il popolamento nel tempo. Il rilevamento completo e sistematico delle emergenze di questo e di altri tipi (resti murari, sepolture) in un settore geografico consente di delinearne le fasi di occupazione, con una indagine capillare che le fonti storiche non consentono. La carta archeologica, il prodotto finale dell’attività, riveste interesse non solo per gli aspetti scientifici, ma anche per il corretto sviluppo urbanistico dei centri abitati moderni e diviene uno strumento essenziale per programmare il futuro rispettando e valorizzando il passato.
L’attività nel territorio comunale di Gambatesa, sostenuta spontaneamente anche da molti di coloro che sono stati incontrati nel corso dei sopralluoghi sul terreno, ha consentito di rilevare circa 30 siti archeologici di varia entità, distribuiti lungo un arco cronologico esteso dall’età del rame (metà del quarto millennio a.C.), età del Bronzo, periodo preromano sino al medioevo, ma concentrati senz’altro in epoca romana, in specie tra II sec. a.C. e III-IV sec. d.C. Di particolare interesse si sono dimostrate le sponde del lago di Occhito e alcune formazioni geografiche adatte alla frequentazione umana, come Piana delle Noci. La folta vegetazione, sviluppatasi anche per la mancata frequentazione del territorio, ha ostacolato l’esame di località caratteristiche del paesaggio di Gambatesa come Toppo della Vipera e Toppo della Salandra.
Il risultato conseguito, sostiene Naso, permette di incrementare a circa 230 unità il numero totale delle presenze archeologiche sinora individuate nella porzione della valle del Fortore esplorata, comprendente i territori comunali di Macchia Valfortore, Pietracatella e Gambatesa. Il programma prevede di effettuare nel 2021 una seconda campagna di ricerche nel territorio di Gambatesa per ultimarne l’esplorazione.

Nicola Abiuso