Buono: “La demedicalizzazione del 118 e’ l’ultimo atto di smantellamento della pubblica sanità”

“L’assurda situazione che si è creata negli ultimi giorni riflette in realtà un processo inesorabile e ben più grave di progressivo, inesorabile smantellamento della sanità pubblica. Ho apprezzato molto le note del direttore di Primopiano Molise Colella che nel ricostruire i fatti sono estremamente chiare e veritiere in tal senso. Il silenzio di chi tra le istituzioni rappresenta questo territorio dovrebbe battersi e agire per evitare questa degenerazione riflette lo stesso silenzio e la medesima inerzia di chi nulla ha detto e ha fatto quando, gradualmente, un pezzo alla volta ci è stato tolto non solo l’ospedale ma anche il diritto ad essere curati e a salvarsi. Certamente il commissario- Presidente ha le responsabilità maggiori, poiché competente in materia. Non possiamo non considerare chi in Rappresentanza di questo territorio siede tra i banchi del consiglio Regionale e non muove un dito, non dice una parola su vicende così delicate per la vita delle persone che questo territorio lo abitano. Mi permetto di segnalare come anche l’iniziativa dell’Amministrazione a guida Ricci sia politicamente debole, un gesto puerile, a mio giudizio, che tenta di porre mediaticamente rimedio ad anni di totale assenza e palese appiattimento sull’operato dell’”amico” Commissario – Presidente Toma. Nella campagna elettorale delle scorse amministrative era stato promesso come punto imprescindibile del programma elettorale la difesa del diritto alla salute e del SS Rosario e in via emergenziale, cinque anni fa, con la ferma opposizione al tentativo dell’epoca di togliere il punto di primo intervento al Nostro nosocomio. Tutto è passato nella inerzia totale di tutti ma anche di questa amministrazione che non si è mai più seriamente battuta per il diritto alla salute. Anzi, ha mostrato una concertazione e una condivisione totale di programmi e provvedimenti in materia sanitaria con questo centro destra che ha conosciuto l’apice in piena pandemia, nella primavera del 2020. Molti ricorderanno che in occasione del trasferimento d’urgenza di pazienti anziani da Agnone a Venafro il Sindaco dichiarò che grazie alla proficua collaborazione con il Direttore Generale Florenzano e il Presidente Toma il S.S. Rosario fosse tornato ad essere un centro di riferimento sanitario non solo per Venafro ma per l’intera Regione. La situazione attuale è sotto gli occhi di tutti e i proclami di questi giorni non sono altro che un tentativo di strumentalizzazione di una vicenda che non è mai stata affrontata con determinazione da chi di dovere. Questo è solo un tassello di un mosaico molto più grande e che se non affrontato nell’insieme non ci consentirà mai di avere anche solo una lontanissima possibilità di risoluzione del problema.

Del resto, a differenza di altri sindaci e associazioni ( tra cui anche la nostra di Partecipazione Democratica) la Giunta Ricci non ha mai fatto ricorso al TAR per i Piani Operativi Sanitari triennali che sono stati redatti e che puntualmente toglievano a monte ogni possibilità di rilancio della rete ospedaliera. Il SS Rosario veniva confermato come casa della salute (non più ospedale ) e nessuno muoveva un dito! Contemporaneamente non si riesce comunque ad assicurare il servizio di emergenza urgenza su tutto il territorio e il pronto soccorso di Isernia risulta inefficace poiché costantemente depotenziato. Si pagano decine di milioni ai privati, anche in extra budget e non si trovano 300 mila euro per assicurare il diritto a vivere dei cittadini molisani che pagano le tasse più alte in Italia. Noi dobbiamo avere l’ambizione di scrivere un Piano sanitario che torni ad investire sul pubblico, chiedendo le giuste risorse a Roma e utilizzandole in modo efficace ed efficiente. Partendo dal reale fabbisogno sanitario occorre innanzitutto assicurare la rete di emergenza urgenza anche con l’aiuto della medicina territoriale e investire sugli ospedali che da Venafro a Termoli un tempo rappresentavano un’eccellenza, facevano mobilità attiva attraendo pazienti da fuori regione, chiudevano il bilancio in attivo e sono ancora strutturalmente idonee e funzionali”.